L’autoproduzione nel rizzaggio delle navi ro-ro continua a generare vertenze tra i sindacati dei portuali e le compagnie marittime. Il caso più recente, avvenuto a Genova, ha provocato la proclamazione di uno sciopero di 24 ore di tutti i lavoratori dei terminal Gnv per il 3 ottobre 2022. Ne sono promotori i sindacati confederali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, che in una nota spiegano: “Siamo venuti a sapere che nella sera di giovedì (22 settembre, ndr) a bordo della nave Gnv Allegra i lavoratori che operavano sulla nave hanno riscontrato gravi carenze sulla sicurezza e hanno chiamato gli Rls di sito e gli organi competenti. Questi ultimi hanno riscontrato anomalie, e da quanto ci risulta, hanno fatto al comando nave segnalazioni di difformità e carenze trovate a bordo. Dopodiché l’azienda Gnv per ‘superare’ le mancanze sulla sicurezza ha pensato bene di sostituire i lavoratori della Culmv con proprio personale a tempo determinato”.
Gnv ha replicato che “non risulta nessuna grave carenza sulla sicurezza, che peraltro sarebbe stata segnalata con disposizione di immediati correttivi dalla autorità preposte salite a bordo per ispezionare la nave durante lo svolgimento delle operazioni di carico e scarico”, aggiungendo che “le attività si sono svolte in conformità alle procedure di sicurezza previste e, in particolare, alle disposizioni del manuale in dotazione alla nave, il Cargo Securing Manual, aggiornato nel corso dell’anno in applicazione delle norme internazionali di riferimento e approvato dalle autorità competenti”. La compagnia ritiene quindi lo sciopero “basato su elementi errati, dunque assolutamente ingiustificato”.
Gnv prosegue su una precisazione sull’ancoraggio dei semirimorchi nei garage delle navi, affermando che “quest’anno sono stati rivisti i Cargo Securing Manual delle navi, approvati da tutte le autorità competenti, sia italiane che internazionali, che specificano le nuove condizioni di rizzaggio. Queste ultime prevedono che, per ancorare i semirimorchi, debbano essere utilizzati appositi cavalletti presenti a bordo delle navi e non le zampe del semirimorchio stesso”.
Questa procedura internazionale è “correntemente applicata alle navi ro-ro – e progressivamente utilizzata anche sulle navi della flotta Gnv, già a partire dall’estate – dovuta al fatto che le zampe dei semirimorchi, brevettate per lo stazionamento sulla terra ferma, non sono strutturate, al pari del ponte della nave, per reggere le accelerazioni e le sollecitazioni a cui i mezzi sono sottoposti in nave. Al fine di garantire lo stazionamento a bordo in condizioni di sicurezza, le navi sono dotate quindi di cavalletti e di altri dispositivi brevettati allo scopo”.