Alla vigilia della stagione invernale il flusso di gas lungo il condotto Nord Stream, che collega direttamente la Russia con la Germania, è interrotto a tempo indeterminato. E non a causa delle sanzioni comunitarie oppure della chiusura delle valvole sul versante russo, ma per una perdita rilevata in tre linee sottomarine lungo il Mar Baltico. È un danno definito “senza precedenti”. Una situazione che fa pensare a un sabotaggio, anche perché sono interessati sia il Nord Stream 1 che i Nord Stream 2 (quest’ultimo mai entrato in funzione, ma che contiene gas per motivi tecnici).
Il quotidiano tedesco Tagesspiegel riporta due ipotesi che circolano a Berlino: quella di un sabotaggio attuato dall’Ucraina o da un suo alleato, oppure un’operazione russa per aumentare l’allarme energetico in Europa e aumentare il prezzo del gas. Anche Mosca parla di un possibile sabotaggio e chiede un’indagine immediata.
I danni al Nord Stream hanno causato immediatamente un aumento del prezzo del gas sulla piazza di Amsterdam del 6%, raggiungendo il livello di 184,3 euro al megawattora. La mattina del 27 settembre 2022 sono calate anche le principali Borse europee – con una percentuale maggiore a Milano – un fenomeno che gli analisti collegano al danno al Nord Stream. Per ora nessuno riesce a stimare i tempi di una riparazione.