Nel giro di poche ore sono giunte importanti notizie dal nord Europa, che cambiano ancor di più il volto delle forniture in Europa. La prima, ormai nota, è la forte perdita dai gasdotti Nord Stream (1 e 2) che portavano il gas direttamente dalla Russia alla Germania. Il passato è d’obbligo, perché già da qualche settimana la Russia ha interrotto il flusso lungo questa direttrice e i condotti erano pieni solo per motivi tecnici. La seconda è l’inaugurazione, avvenuta il 27 settembre 2022, del nuovo gasdotto Baltic Pipe, che porta il gas norvegese alla Polonia, attraversando la Danimarca.
La nuova pipeline ha una capacità di dieci miliardi di metri cubi l’anno e arriva nel momento giusto per i rifornimenti energetici europei. Servirà soprattutto l’Europa centro-orientale, mentre quella meridionale usa i gasdotti provenienti dal nord Africa. La sua costruzione è stata progettata nel 2013 e ha ricevuto finanziamenti comunitari di 267 milioni di euro. Il gas comincerà a passare il 1° ottobre, anche se non al pieno della capacità, cosa che avverrà il primo gennaio 2023. L’impianto è gestito dalla danese Energinet e dalla polacca Gaz System.
L’inaugurazione della pipeline non ha però sgonfiato il prezzo del gas, che anzi il 28 settembre è ritornato ad impennarsi a causa delle perdita avvenuta il 16 settembre alla pipeline Nord Stream nel Mar Baltico e alla successiva dichiarazione dell’Alto commissario per la Politica estera dell'Ue, Josep Borrell, secondo cui è causata da “un atto deliberato”. Indipendentemente da chi può averlo commesso, ciò significa che le infrastrutture energetiche sono esplicitamente entrate nel conflitto tra Russia e Ucraina.
I future sul gas sono tornati nella piazza di Amsterdam (che è il punto di riferimento europeo) sopra i 200 euro al chilowattora, raggiungendo quota 205 euro, con un balzo del 10%. Ricordiamo che stiamo parlando di strumenti finanziari, che non necessariamente registrano l’effettiva disponibilità del gas, ma che influiscono direttamente sul prezzo al consumo.
Che si tratti di un atto deliberato lo dimostrano diversi elementi. Il primo è la dimensione del danno, che non ha precedenti e che è ben visibile dal ribollire delle acque del Baltico in corrispondenza della perdita. Il secondo è la contemporaneità del danno sui due condotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2, che non può essere una coincidenza, considerando anche che il secondo è stato appena terminato. Il terzo elemento è che i sismologi danesi e svedesi hanno registrato forti esplosioni sottomarine tra il 25 e il 26 settembre.
L’Unione Europea chiede un’approfondita indagine, per scoprire la dinamica dei fatti e l’autore. "Gli atti di sabotaggio del Nord Stream sembrano essere un tentativo di destabilizzare ulteriormente l'approvvigionamento energetico dell'Ue”, ha scritto su Twitter presidente del Consiglio europeo Charles Michel. “Abbiamo bisogno di un'indagine urgente e approfondita. Coloro che hanno perpetrato questo atto saranno ritenuti pienamente responsabili e obbligati a pagare. I nostri sforzi per diversificare l'approvvigionamento energetico rispetto al gas russo continuano".
L’aumento del prezzo del gas colpisce anche le imprese di autotrasporto che lo hanno scelto per i loro camion come alternativa al gasolio. Vi riproponiamo questo episodio del videocast K44 dove l’amministratore delegato di Smet, Domenico De Rosa, spiega come sta affrontando questa emergenza.