L’annuncio dell’esito della seconda gara (la prima andò deserta) per la costruzione della nuova diga foranea di Genova al consorzio guidato da Webuilt (e composto da Fincantieri Infrastructure Opere Marittime, Fincosit e Sidra) ha scatenato un’ondata di entusiasmo da parte dei politici nazionali e locali, a cominciare dal ministro del Mims, Enrico Giovannini che la ritiene “una vittoria del lavoro sullo scetticismo” e proseguendo con il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e il sindaco di Genova, Marco Bucci. Il presidente dell'Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, ha poi annunciato che le opere propedeutiche inizieranno entro la fine del 2022 e in cantieri dell’opera si apriranno a gennaio 2023, per chiudersi entro la fine del 2026.
Signorini si è anche espresso sui dubbi relativi alla fattibilità del progetto: “Abbiamo avuto due commissioni, questo progetto è stato visto dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, ha avuto un dibattito pubblico, è stato approvato dalla Via, abbiamo esaminato le principali difficoltà tecniche del progetto, ed entrambi i raggruppamenti hanno proposto numerose migliorie per affrontare bene le principali criticità: sono assolutamente certo che le competenze presenti nel raggruppamento sapranno affrontare le difficoltà e superarle".
Tutto bene quindi? In realtà, non tutte le nubi sono state spazzate dal vento dell’entusiasmo, considerando un paio di notizie emerse dopo i proclami. La prima viene dalla cordata sconfitta nella seconda gara, formata da Gavio, Caltagirone, Rcm Costruzione e Acciona. La stampa genovese riferisce che ha chiesto l’accesso agli atti della gara. Potrebbe essere una formalità, ma potrebbe anche precludere a un ricorso al Tar contro l’esito. Dipende ovviamente da che cosa troveranno nelle carte gli avvocati.
Anche nel caso di ricorso, non ci dovrebbero essere rischi di annullamento della gara, ma eventualmente i ricorrenti potrebbe ottenere un risarcimento nel caso di vittoria. Inoltre, i tempi di un’azione giudiziaria sono molto stretti, grazie al Decreto Semplificazioni emanato lo scorso luglio, che riduce drasticamente proprio i termini per i ricorsi, con lo scopo di mantenere i tempi di attuazione delle opere imposti dal Pnrr (che concede 600 milioni per la nuova diga genovese).
La seconda notizia viene dal sindacato Filca Liguria, che rappresenta i lavoratori delle costruzioni, e potrebbe essere più insidioso. Infatti, la segreteria regionale denuncia la carenza di alcune professionalità necessarie alla costruzione della diga, per la quale è previsto l’impiego di un migliaio di persone. Secondo la sigla sindacale, ci sarebbe mancanza di perforatori, carpentieri, lavoratori in ambienti confinati, dumper, escavatoristi e palisti. La Filca chiede quindi a Webuit di avviare in confronto con Scuola Edile per impiegare giovani e disoccupati.
Infine l’entusiasmo dei politici non ha dissolto i dubbi tecnici, tenendo consto che questa sarebbe la prima diga foranea che poggia su un fondale di 50 metri, perdipiù fangoso. Tali dubbi sono stati espressi ben prima delle gare dall’ingegner Piero Silva, esperto in costruzioni portuali. Egli ha illustrato in modo analitico le sue tesi nel podcast di K44 che riportiamo in fondo all’articolo. Interpellato da TrasportoEuropa dopo l’esito della seconda gara, li ha ribaditi: “Mi sembra che i toni trionfalistici che hanno fatto seguito a questa aggiudicazione non siano giustificati”, esordisce.
Silva spiega che “l'aggiudicazione non rappresenta nessun passo avanti verso una valutazione positiva della fattibilità dell'opera e tutti i problemi da me sollevati prima dell'estate restano senza risposta”. Ora “la patata bollente è nelle mani del gruppo aggiudicatario, ma resta molto bollente e coloro che all'interno del gruppo hanno esperienza di opere marittime lo sanno anche troppo bene”. Silva sottolinea che per ora l’unica cosa certa è che l’opera ha già accumulato un ritardo di diciannove mesi e che il montante di base di gara è aumentato di 372 milioni di euro, arrivando a 1,3 miliardi.
“Però non c’è nessuna garanzia che questo sia il costo finale dell’opera, anzi mi sembra molto probabile che potrebbe superare i due miliardi di euro”. Silva non è convinto neppure sui tempi di esecuzione: “La durata minima di quindici anni - esclusi il progetto definitivo ed esecutivo – che ho stimato prima dell'estate non trova nessun elemento per essere ridotta in questa fase. Il completamento è quindi prevedibile non prima della fine del 2037, posto e non concesso che l'opera si possa realizzare nella configurazione a meno di cinquanta metri. Quindi, tutti i problemi di fattibilità geotecnica al tempo messi in luce restano inalterati”.