L’obiettivo è quanto mai ambizioso, ma del tutto realistico, vista l’attuale tendenza del mercato e soprattutto l’impegno a sviluppare nuovi traffici con una gestione sempre più propositiva. Questo traguardo si condensa in un numero: 5mila treni merci in un anno. Quest’ultimo dato rappresenta i convogli che l’Interporto di Pordenone stima di riuscire a movimentare entro pochi anni. Del resto, le basi per crescere ci sono tutte. Nel 2021 nel terminal ferroviario del capoluogo friulano sono transitati 1250 treni, mentre appare ormai certa la prospettiva di chiudere il 2022 con 2600 treni, oltre il doppio dell’anno precedente. Ecco perché il raddoppio del traffico non appare così tanto difficile da raggiungere. Per fare un rapido confronto si tratta solo di un terzo rispetto al totale dei treni lavorati nell’interporto Quadrante Europa di Verona, una struttura con una storia alle spalle bel più solida e longeva, uno scalo con dimensioni da record e una collocazione geografica praticamente ideale, crocevia tra l’Italia e il centro Europa.
Il terminal intermodale all’interno dell’Interporto Centro Ingrosso di Pordenone, pur essendo una struttura tutto sommato giovane, essendo diventata operativa nel maggio 2019, ha già bruciato numerose tappe diventando uno dei punti di riferimento del Nordest. La svolta è legata alla gestione dello scalo intermodale da parte di Hupac che ne ha fatto la punta più avanzata della logistica ferroviaria verso i mercati centro-orientali. L’ultima in ordine di tempo è la relazione istituita a metà ottobre 2022 tra Pordenone e la Polonia con tre treni la settimana che collegano il Friuli con Gliwice, polo logistico e industriale a una ventina di chilometri a ovest di Katowice. Quest’ultimo collegamento rappresenta un’alternativa al viaggio tutto su strada per circa 10mila mezzi pesanti l’anno.
Ormai i traffici da Pordenone si allargano a 360 gradi, dai collegamenti interni trasversali come Novara, al raccordo con i porti di Trieste, La Spezia e Genova, alle relazioni estere come quelle verso il porto interno di Duisburg in Germania o quello belga di Zeebrugge affacciato sul Mare del Nord, ma gli orizzonti spaziano anche verso l'Europa nord-occidentale e in particolare Rotterdam nei Paesi Bassi, o l’Europa dell'est.
L’interporto nel suo complesso ha una superficie totale di 840mila metri quadri, mentre la piattaforma intermodale destinata alle attività terminalistiche ferroviarie si sviluppa su un’area di 160mila metri quadri, ha sette binari di cui tre elettrificati da 800 metri e quattro operativi da 700-750 metri. Le potenzialità sono quindi di dieci treni al giorno che corrispondono a 34mila unità intermodali in un anno. La piattaforma è progettata per il ricevimento dei treni dell’autostrada viaggiante (Ro-La) e predisposta per l’installazione delle gru a portale. A buon punto il piano di investimenti triennali con un impegno complessivo che, secondo l’ultimo aggiornamento, sfiora i 13,5 milioni di euro.
Pordenone si colloca tra il corridoio europeo Baltico-Adriatico, quindi nelle relazioni tra Italia e Polonia e il corridoio Mediterraneo che collega idealmente la penisola iberica con il confine ungherese. Può sfruttare il vantaggio di situarsi sulla linea ferroviaria fondamentale Vicenza-Treviso-Udine-Tarvisio, una sorta di pedemontana alternativa alla più trafficata relazione che passa da Venezia Mestre.
Piermario Curti Sacchi