Dopo un avvio travagliato, ritardi e problemi di varia natura tra i quali anche difficoltà geologiche legate alle falde, proseguono ormai verso la giusta direzione i lavori che riguardano il nodo ferroviario di Ferrara. Sono molteplici i risultati che si vogliono raggiungere. Oltre al potenziamento del servizio passeggeri, ai benefici urbanistici legati al parziale interramento della ferrovia, c’è l’obiettivo di valorizzare il trasporto merci creando un collegamento diretto tra il porto e la darsena industriale di Ravenna con la ferrovia del Brennero.
Sul nodo di Ferrara si stanno investendo complessivamente quasi 67 milioni di euro, finanziati per oltre 26 milioni dal ministero dei Trasporti, insieme con la Regione, Rfi il Comune di Ferrara. Era stata proprio la Regione Emilia-Romagna nell’aprile 2020 con un primo stanziamento di 5 milioni a far ripartire i cantieri che ora procedono verso la conclusione prevista entro un paio di anni. Dal punto di vista del trasporto merci, l’intervento che coinvolge e riqualifica tutto il nodo ferroviario ferrarese si basa sulla realizzazione di una bretella diretta tra la ferrovia Rimini-Ravenna-Ferrara gestita dalle Fs e la Ferrara-Poggio Rusco-Suzzara in concessione a Fer, Ferrovie Emilia-Romagna, società in capo alla Regione.
Il collegamento prevede una lunga tratta interrata in modo da sottopassare, senza interferenze, la linea Bologna-Padova. I treni merci provenienti o diretti al porto di Ravenna che percorrono quindi la tratta finale della Rimini-Ferrara potranno impegnare il futuro collegamento diretto con la linea per Poggio Rusco, scalo ubicato sulla Bologna-Verona e quindi lungo l’itinerario del Brennero. La bretella, oltre a non incrociare le altre linee ferroviarie, evita ai treni merci l’inversione di marcia e il conseguente cambio di trazione a Ferrara oltre a impegnare tutto il piazzale per le manovre.
La Ferrara-Poggio Rusco, lunga circa 47 chilometri, negli Anni 80 del secolo scorso è stata ammodernata con rettifiche di tracciato ed elettrificata, riqualificandola e facendola diventare in pratica una mediopadana merci alternativa alle direttrici principali su Bologna e Padova più cariche di traffico. L’intervento sul nodo di Ferrara, creando il nuovo itinerario diretto Ravenna-Poggio Rusco, valorizza il ruolo dell’hub romagnolo nei traffici merci con la Germania e il centro Europa, soprattutto in vista del potenziamento dell’asse del Brennero con il nuovo tunnel di base e i primi quadruplicamenti parziali, sia in Italia sia in Austria.
Piermario Curti Sacchi