Quando si parla di criminalità che colpisce il trasporto vengono subito in mente gli assalti armati ai camion o alle navi, oppure l’asporto di merce da magazzini o dai vani di carico dei veicoli. Sono fenomeni che indubbiamente preoccupano, ma un altro meno evidente è una minaccia grave e, secondo la società di assicurazione TT Club, in crescita. È la truffa, che si può manifestare in diversi modi e che può colpire l’intera filiera della logistica, dai vettori agli spedizionieri, dagli operatori logistici a quelli portuali.
La preoccupazione di TT Club deriva da un fatto concreto: l’84% delle richieste di risarcimento giunte alla società riguardano truffe. La digitalizzazione e l’uso del web possono facilitare le frodi, per esempio tramite l’invio di richieste di pagamento o di false fatture, piuttosto che il furto d’identità di dirigenti. “Nessuno dovrebbe sottovalutare questo fenomeno perché, usando tattiche sofisticate e a basso rischio, i truffatori possono facilmente rubare ingenti somme di denaro o spedizioni di merci”, dichiara Mike Yarwood, resposnabile della divisione Loss Prevention di TT Club.
Egli precisa che nella maggior parte dei casi le truffe sono perpetrate da bande organizzate che usano metodi affinati “che si adattano ai dispositivi di rilevamento e ai cambiamenti nelle procedure operative, come ha dimostrato l'esperienza delle recenti interruzioni del sistema di trasporto merci”. Quindi, “la consapevolezza e la disponibilità a proteggere le nostre imprese devono essere intensificate".
TT Club porta alcuni esempi di frodi diffuse, come l'invio intenzionale di fatture false, apparentemente provenienti da un fornitore affermato, ma in realtà generate da un truffatore infiltratosi nel sistema di pagamento online, oppure fatture duplicate o gonfiate. Altri casi, che rientrano nella categoria delle frodi su mandato, prevedono la manipolazione dei dati del bonifico bancario da parte di un truffatore che finge di essere un'organizzazione regolarmente pagata dall'operatore, introducendosi nel traffico e-mail della vittima e imitando un fornitore autentico che altera i dati del bonifico bancario per il pagamento di una fattura legittima.
I truffatori possono anche impersonare vettori regolarmente usati dalla vittima, riuscendo prima a intercettare le sue richieste di trasporto provenienti da spedizionieri e caricatori e poi a falsificare la documentazione necessaria per presentarsi al carico e sparire con la merce. In altri casi, i criminali s’introducono in una Borsa carichi fingendosi reali spedizionieri e fornendo false istruzioni agli autotrasportatori per la consegna della merce.
"Un aspetto fondamentale di questo scenario è che l'autista e il mittente non sono in contatto diretto tra loro", spiega Yarwood. "Per evitare incidenti come questo e altre frodi, è fondamentale sensibilizzare i dipendenti su questa possibilità e prestare particolare attenzione a verificare la documentazione e le istruzioni direttamente con i clienti o i partner fidati, soprattutto in situazioni di pressione in cui le opzioni di un vettore potrebbero scarseggiare o quando ci sono particolari vincoli di tempo".