Due incidenti sul lavoro mortali sono avvenuti nell’intervallo di 24 ore nei porti di Trieste e Civitavecchia, riportando in primo piano la sicurezza negli scali. Il primo è accaduto nel pomeriggio del 9 febbraio 2023 al Molo VII di Trieste, dove un operaio di 58 anni, Paolo Borselli, ha perso il controllo del carrello elevatore che stava conducendo, che è caduto in mare, causando l’annegamento dell’uomo, il cui corpo è stato recuperato sopo un’ora dai Vigili del Fuoco. Infatti, in un primo momento nessuno si era accorto di che cosa stava succedendo e i colleghi hanno lanciato l’allarme perché non hanno più visto l’operaio. La vittima lavorava per l’Agenzia Lavoratori Portuali di Trieste. Dopo l’incidente, i lavoratori del porto hanno attuato uno sciopero.
Questo incidente sul lavoro è avvenuto in una fase di tensione nel porto giuliano sulla questione dell’autoproduzione. Il Coordinamento Lavoratori Portuali ha scritto all’Autorità portuale e alla Capitaneria di Porto affermando che ai terminal Samer e Tmt ci sarebbero stati casi di rizzaggio svolto dai marittimi dei traghetti. Nella comunicazione, la sigla chiede una verifica e provvedimenti per far rispettare le norme sull’autoproduzione. L’Autorità di Sistema Portuale ha risposto che applica l’ordinanza Bassin sulle “procedure stringenti sui ruoli di chi sta a bordo e chi lavora in banchina”.
Il secondo incidente mortale è avvenuto la mattina del 10 febbraio nel porto di Civitavecchia, dove un operaio di 29 anni, Alberto Motta, stato travolto da un container nella banchina 25. Dalle prime notizie sembra che anche questo operaio, che opera per Rtc, stava operando su una macchina di movimentazione, che si sarebbe ribaltata. Sono ancora in corso le indagini per determinare le cause dell’incidente. I sindacati chiedono un incontro con le istituzioni per “mettere a punto una strategia comune per aumentare i controlli, incentivare la formazione nelle aziende e sanzionare chi non la effettua”.
Dopi i due incidenti anche l'associazione dei terminalisti Assiterminal ha diffuso una nota, dove esordisce dichiarando che “due morti sul lavoro nei porti italiani in poche ore sono un peso insopportabile sull’intero mondo del lavoro e sulla portualità italiana”. L’associazione concorda che “occorre intensificare ancora di più l’azione e gli investimenti sulla formazione e sulla certificazione dei processi aziendali organizzati per prevenire gli incidenti e costruire sistemi che abbiano al centro la sicurezza dei lavoratori nel luogo di lavoro”.
Assiterminal ricorda che “siamo stati proprio noi, supportati dalle organizzazioni sindacali, a proporre la norma approvata nell’ultima Legge di Bilancio che istituisce un fondo per promuovere i sistemi di gestione sulla sicurezza e ulteriori strumenti per la promozione della formazione e della cultura della sicurezza sul lavoro”. Aggiunge che la sicurezza nei porti è stata migliorata dall'aggiornamento del contratto nazionale di lavoro e da un protocollo firmato nel nel 2008.
L’associazione chiude la nota affermando che “si mette a disposizione delle istituzioni, delle organizzazioni sindacali, per aprire un nuovo confronto che verifichi l’efficacia degli strumenti già in campo e ragioni sulla adozione di nuove azioni dedicate alla sicurezza di tutti i lavoratori, anche attraverso, finalmente, l’aggiornamento delle normative specifiche per il nostro settore, in una visione di sistema che continua a mancare”.