Si alza la temperatura sul fronte del porto, spinta dai due incidenti mortali accaduti in meno di 24 ore, tra il 9 e il 10 febbraio 2023, nei porti di Trieste e Civitavecchia. Il sindacato di base Usb ha proclamato uno sciopero nazionale di 24 ore dei portuali dalle 12.00 del 10 alle 12.00 dell’11 febbraio. In una nota, la sigla scrive che “non è più tempo di sacrificare lavoratori alle dinamiche del risparmio e ai tagli del personale e della sicurezza per aumentare i profitti delle multinazionali che schizzano alle stelle grazie alla guerra in corso. Se c'è una guerra da dover combattere, l'unica, è quella contro gli omicidi sul lavoro, istituendo il reato di omicidio sul lavoro, come Usb chiede da anni”.
Il sindacato chiede anche il riconoscimento del lavoro nei porti come usurante: “Se la richiesta Usb fosse stata accolta, Paolo Borselli non sarebbe stato a 58 anni (il lavoratore morto a Trieste, ndr) su un carrello a movimentare carichi pesanti e oggi sarebbe vivo”. Per sostenere questa richiesta, la Usb ha proclamato un altro sciopero nazionale per il 25 febbraio, con una manifestazione al porto di Genova.
Ma non ci sono solo gli incidenti sul lavoro a scaldare l'atmosfera dei porti. Al terminal Mct di Gioia Tauro è stato licenziato Domenico Macrì, segretario nazionale dei portuali del sindacato Orsa. Un provvedimento che la sigla definisce in una nota “un provvedimento politico-sindacale confezionato all’uopo con motivazioni evidentemente pretestuose”, aggiungendo che “è fallito il tentativo di mediazione con i vertici della società terminalista (controllata da Msc).
Secondo il sindacato “era necessaria da parte di Mct un’azione esemplare per mettere il bavaglio al sindacato di base dopo mesi di vessazioni e provocazioni, con il licenziamento del segretario nazionale”. Per sostenere la vertenza per il reintegro di Macrì, Orsa ha proclamato uno sciopero di 24 ore dei lavoratori di Gioia Tauro per il 20 febbraio 2023.
Aggiornamento: anche Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno proclamato uno sciopero nazionale nei porti, le cui modalità sono stabilite a livello territoriale con un massimo di 24 ore. In una nota spiegano che “è urgente un intervento fattivo e concreto che fermi questa strage. Ci impegniamo fin da subito, nel mettere in campo iniziative con le istituzioni e parti datoriali, mirati a produrre azioni concrete e tempestive, a partire dall’attuazione dei dispositivi che prevedono l’accompagnamento all’esodo dei lavoratori portuali e l’indispensabile rafforzamento della formazione che ridurrebbero, sicuramente l’esposizione al rischio. Chiediamo poi l’aggiornamento della legge 272/99 sulla sicurezza e salute dei lavoratori portuali quale norma di raccordo della legge 81/08. La prevenzione, il rispetto delle regole e soprattutto la cultura della sicurezza, devono stare in cima a qualunque priorità, a partire da quelle del Governo”.