Dai progetti su carta alla realtà dei cantieri, Rail Baltica continua a fare passi in avanti. Quando nel 2005 la Commissione europea inserì nella rete transeuropea dei trasporti, con l’indicazione di asse prioritario, quello ferroviario che da Varsavia attraverso le Repubbliche baltiche raggiungeva la capitale finlandese Helsinki, non furono poche le perplessità. Ci si domandò in particolare che senso avesse creare una direttrice ad alta capacità nord-sud tra Estonia, Lettonia e Lituania, quando i tre stati storicamente avevano solo relazioni dirette con la Russia.
Ora questo corridoio Ten-T indicato come Mare del Nord-Baltico e che vede nella nuova ferrovia Ral Baltica la sua massima espressione, è diventato non solo economicamente giustificato, ma addirittura essenziale anche in termini di sicurezza in un quadro geopolitico profondamente cambiato in seguito al conflitto tra Russia e Ucraina. Nel frattempo sono venute meno anche vecchie chiusure mentali tra Paesi confinanti.
Nei primi giorni di febbraio 2023 è stata firmata una lettera di intenti tra la Polonia, la Lettonia e la Lituania per procedere insieme in modo da garantire la piena integrazione delle tre Repubbliche baltiche nello spazio ferroviario unico europeo. L’attenzione, dunque, si sposta dalla semplice realizzazione di una nuova infrastruttura a una politica comune che coinvolgerà anche la gestione congiunta di tutte le fasi del corridoio transfrontaliero. L’intesa è stata sottoscritta tra il gestore della rete polacca, Pkp Polskie Linie Kolejowe, le ferrovie lettoni RB Rail e la lituana Ltg Infra. Progressi significativi ci sono già stati nel corso del 2022 con la definizione del tracciato tra il nodo ferroviario di Kaunas in Lituania e la sezione polacca di Rail Baltica. Nel 2023 è prevista la progettazione definitiva e quindi il via ai cantieri.
Nel frattempo fa passi avanti la collaborazione tra le ferrovie della regione. L’azienda statale lettone Ldz Cargo ha allargato all’Estonia i propri servizi di trasporto in seguito all’adozione del certificato unico di sicurezza. Si allarga quindi il bacino di traffici tra le Repubbliche baltiche e il resto dell’Europa, anche perché in seguito alla guerra sono crollate le relazioni con Russia e Bielorussia che fino ad allora rappresentavano il 90% dei carichi. Estonia, Lettonia e Lituania intendono lanciare congiuntamente un nuovo corridoio merci che colleghi gli stati baltici con gli hub situati sul Mar Nero e sul Mar Egeo. Questa iniziativa può inserirsi nel progetto Three Seas Initiative (3SI) che riunisce dodici stati comunitari della regione fino all’Adriatico e che ha già investito risorse economiche per favorire la ferrovia e l’intermodalità insieme ai trasporti marittimi.
Piermario Curti Sacchi