La guerra in Ucraina ha colpito il principale porto europeo per i container, quello di Rotterdam, che nel 2022 mostra una riduzione della movimentazione del 5,5% in teu e del 9,5% in tonnellate. In valori assoluti, il porto olandese ha movimentato 14,455 milioni di teu, che hanno trasportato 139.657 tonnellate di merce. La differenza dell’andamento tra teu e tonnellate mostra uno squilibrio tra i traffici in ingresso e quelli in uscita. L’Autorità portuale spiega che “la differenza tra i due dati è dovuta al forte aumento degli arrivi di container pieni dall'Asia nei primi nove mesi dell'anno, a causa dell'elevata domanda di beni di consumo. Allo stesso tempo, le esportazioni sono diminuite e quindi sono stati rispediti indietro molti più container vuoti”.
Sull’andamento in generale, il calo è dovuto sia allo strascico della pandemia in Cina, che nei primi mesi dell’anno ha rallentato il flusso di container in uscita dal Paese asiatico, sia alle sanzioni contro la Russia, che hanno annullato il transhipment da Rotterdam ai porti russi. Prima della guerra in Ucraina, l’8% del traffico container di Rotterdam era legato alla Russia, con una quota di mercato del 40% nel transhipment. Volumi praticamente azzerati dopo marzo 2022. Infine, l’inflazione ridotto i consumi in Europa, erodendo altro traffico.
Viceversa, il traffico ro-ro di Rotterdam è aumentato del 13,5%, raggiungendo le 27.252 tonnellate. Anche in questo caso emerge uno squilibrio tra rotabili in uscita (16.368 tonnellate) e in ingresso (10.884 tonnellate). L’Autorità portuale ritiene che l’aumento sia stato causato soprattutto dalla fine del periodo di transizione della Brexit, avvenuta il 1° gennaio 2021: “Ciò ha comportato un aumento dei trasporti alla fine del 2020 e un calo dei trasporti RoRo all'inizio del 2021”.