Su una cosa sembrano tutti d’accordo: il bicchiere appare riempito a metà. Poi i giudizi si suddividono tra chi lo giudica mezzo pieno, sottolineandone comunque i pregi, e chi invece ritiene che sia insufficiente e ci sia ancora molto da fare. Il bicchiere offre efficacemente l’immagine del dibattito che accompagna il piano di investimenti ferroviari in Francia annunciato dal Governo. A Parigi sono pronti a stanziare cento miliardi di euro nell’arco temporale tra il 2023 e il 2042 a favore del potenziamento dell’infrastruttura ferroviaria e dei servizi. Questi fondi vanno ad aggiungersi a quelli stanziati annualmente per il rinnovo della rete, superiori al miliardo di euro.
Sulla carta il giudizio non può che essere positivo visti gli importi in gioco, ma la valutazione è sicuramente favorevole se ci si sofferma sul servizio passeggeri, perché buona parte degli investimenti andrà a favore dei sistemi Rer (Réseau express régional) nelle città al di fuori di Parigi e allo sviluppo di nuove linee ad alta velocità. Per il trasporto merci, invece, i progetti appaiono più indefiniti.
Non a caso il piano anticipato da Parigi trova concorde l’Association française du rail (Afra) che rappresenta le imprese ferroviarie (esclusa la statale Sncf), mentre raccoglie maggiori critiche da parte dell’alleanza tra gli operatori Fret ferroviaire français du futur (4F). Per questi ultimi, manca “una distinzione tra la spesa infrastrutturale dedicata al sistema ferroviario nel suo complesso, che di fatto serve principalmente il traffico passeggeri, e quella specifica al trasporto merci”.
Mancano indicazioni dettagliate sugli investimenti indirizzati agli scali di smistamento, alle piattaforme multimodali, alle linee merci diffuse e per l’adeguamento della sagoma della rete al profilo P400. Secondo l’alleanza 4F servono almeno altri quattro terminal intermodali da realizzare entro il 2027 e altri 15 entro il 2030. Così come mancano indicazioni chiare per importanti investimenti infrastrutturali: per esempio non si dice nulla sulla linea ferroviaria Torino-Lione. Secondo 4F sarebbe sufficiente destinare 3,5 miliardi di euro, ma specifici per il trasporto merci.
Il programma annunciato dal Governo francese trae origine dalle elaborazioni del Conseil d’orientation des infrastructures (Coi), organo consultivo collegato al ministero dei Trasporti. All’interno di questo piano, il gestore della rete francese, Sncf Reseau, ha stimato un costo totale di 138 miliardi di euro per raddoppiare il traffico ferroviario sia per le merci sia per i passeggeri, aumentando gli investimenti previsti di un miliardo di euro l’anno. Interessanti le proposte rivolte al trasporto delle merci.
Secondo Sncf sarebbe opportuno individuare tre direttrici ferroviarie dedicate solo al traffico commerciale. Lunghe nel complesso oltre 900 chilometri, la prima collega Nevers con Chagny nel cuore della Francia (quasi a metà strada tra Parigi e Lione), la seconda va da Rang-du-Fliers a Chalindrey, attraversando il nord ovest del paese, la terza collegherebbe Rouen, città portuale sulla Senna, con Tours, sulla Loira, attraverso Le Mans. Ma per passare dalle proposte suggerite da Sncf ai fatti, la palla è in mano a Parigi.
Piermario Curti Sacchi