L’Ungheria bussa all’Europa per ottenere un supporto finanziario per far decollare un vasto programma d’investimenti sulla rete ferroviaria, ma tra questi spiccano alcune assenze, soprattutto per opere destinate in particolare al trasporto merci. Occorre subito dire che i piani di sviluppo previsti riguardano la rete nel suo complesso con ricadute positive anche per il traffico merci, ma solo dal punto di vista indiretto. La richiesta di finanziamento fa riferimento al Connecting Europe Facility, il fondo dell’Unione europea per gli investimenti infrastrutturali in tutta l’Europa comunitaria.
Sono due in particolare le opere che non sono state inserite nel pacchetto dei progetti inviati a Bruxelles: il tunnel sotto il Danubio e la circonvallazione di Budapest. Con la galleria del Danubio verrebbe realizzato un tracciato ferroviario subalveo destinato al servizio passeggeri. In questo modo l’attuale ponte ferroviario sul Danubio verrebbe alleggerito dal transito di buona parte dei treni passeggeri, offrendo così maggiore capacità per i convogli merci. Non si comprende come mai quest’opera sia stata stralciata dagli investimenti in programma in quanto sarebbe stata finanziata dall’Europa fino a coprire il 90% dei costi.
L’altro grande progetto di ampio respiro trascurato dalle autorità ungheresi è la variante di Budapest. La nuova linea avrebbe un tracciato lungo poco più di 200 chilometri e collegherebbe l’Ungheria centrale con le direttrici ferroviarie verso l’Austria e la Slovacchia. In particolare, partirebbe da Szolnok, a una settantina di chilometri a sud-est di Budapest, per raggiungere Győr, nodo molto vicino al confine ungherese con l’Austria e la Slovacchia e non lontano rispettivamente da Vienna e Bratislava. La linea eviterebbe il transito dalla capitale magiara in modo da spostare tutto il traffico ferroviario merci fuori dal nodo cittadino diventando di fatto un corridoio esclusivamente merci.
Resta in sospeso anche il potenziamento dell’attuale ponte ferroviario che scavalca il Danubio collegando due quartieri di Budapest con i rispettivi tracciati ferroviari che dovrebbero essere portati a tre binari, ma questo progetto trova l’opposizione della comunità locale per problemi di impatto ambientale e acustico. Se questo intervento fosse realizzato la capacità della linea potrebbe aumentare del 30%, anche se l’intervento risolutivo resta quello del tunnel subalveo.
Piermario Curti Sacchi