Le imprese ferroviarie nate dalla liberalizzazione del mercato nel contesto europeo hanno superato per volume di traffico gli ex monopolisti nazionali. La svolta non è recentissima, in quanto è datata 2021, ma è stata ufficialmente rilevata dall’ultimo rapporto annuale sul mercato ferroviario che elabora e chiude il consuntivo 2021. La relazione, giunta all’undicesima edizione, è proposta dall'Independent Regulators’ Group rail (Irg-Rail), un’associazione istituita nel 2011 da diversi organismi di regolamentazione ferroviaria europea, cresciuta nel tempo fino a raggruppare attualmente oltre trenta enti.
Il mercato ferroviario è conteso dalle nuove imprese (non necessariamente solo private) definite sfidanti, identificate con la denominazione inglese di challenger, e dagli ex monopolisti, indicati come ex incumbent. In poco più di dieci anni, le nuove imprese sono passate dal gestire un quarto del mercato merci ferroviario a superare metà del volume globale. Per la precisione la quota delle sfidanti era del 25% nel 2010 ed è salita al 51% nel 2021. Questi risultati secondo l’associazione di settore European Rail Freight Association (Erfa) riflettono il successo ottenuto dall’apertura alla concorrenza dei mercati nazionali del trasporto ferroviario, ma devono anche rappresentare la forza di un sistema di imprese che richiedono attenzione dal punto di vista normativo in un contesto europeo che deve favorire le esigenze dei nuovi operatori.
Questi numeri che offrono una fotografia dello scenario europeo riflettono anche lo stato delle cose in Italia. Le imprese ferroviarie alternative al gruppo Mercitalia rappresentano ormai saldamente più della metà del mercato con alcuni punti di forza ulteriori come i trasporti sull’asse del Brennero dove la quota degli sfidanti, per usare la definizione di Irg-Rail, è superiore al 70%.
Il mercato ferroviario merci europeo ha superato la pandemia da Covid 19 con risultati decisamente più positivi rispetto ai numeri messi insieme dal servizio passeggeri. Nel 2021 rispetto all’anno precedente le tonnellate/km dei treni merci in servizio interno sono cresciute dell’1%, un valore quest’ultimo che può sembrare un risultato modesto ma va messo a confronto con il calo del 40% per il servizio passeggeri. Nei trasporti internazionali, o sarebbe meglio dire sovranazionali, i treni/km sono aumentati del 10% e le tonnellate/km del 2%.
Le misure temporanee introdotte in seguito alla pandemia, come la riduzione delle tariffe di accesso alla rete, hanno avuto effetti positivi per le imprese ferroviarie mantenendo stabili tra il 2019 e il 2021 le entrate per la vendita dei servizi di trasporto merci, a differenza di quelle passeggeri calate del 17%. Nonostante questo, la riduzione dei costi delle tracce non ha pesato più di tanto sui ricavi dei gestori dell’infrastruttura che per il settore merci sono diminuiti solo dell’1%.
Piermario Curti Sacchi