Il 24 maggio 2023 il ministro dei Trasporti francese, Clément Beaune, ha annunciato una profonda ristrutturazione di Sncf Fret, la società per il trasporto delle merci della compagnia ferroviaria statale. Il motivo è il rischio di subire sanzioni da parte della Commissione Europea per avere cancellato nel 2019 il debito di 5,3 miliardi di euro con fondi pubblici della capogruppo Sncf. L’anno successivo la divisione merce venne trasformata in società. Sulla questione la Commissione Europea ha aperto un indagine a gennaio 2023.
La mossa del Governo francese è preventiva rispetto a un’eventuale e probabile decisione negativa da parte di Bruxelles perché se Sncf Fret sarebbe obbligata a restituire i 5,3 miliardi fallirebbe. Dalle prime informazioni emerge che Sncf Fret rinuncerà al venti percento dei contratti, che corrispondono al trenta percento del traffico e a un fatturato di 750 milioni di euro, che quindi sarà trasferito agli altri operatori oppure al trasporto stradale.
Per il restante ottanta percento nascerebbe una nuova società, priva dei debiti di Sncf Fret, che però avrà 470 dipendenti in meno, rispetto agli attuali cinquemila. La nuova compagnia farà sempre parte del Gruppo Sncf, quindi resterà statale, ma una quota di minoranza potrà essere venduta ad altre imprese private o pubbliche. I sindacati francesi sono contrari a questo piano, sostenendo che oltre a ridurre i posti di lavoro trasferirà merce dalla rotaia alla strada.
Ciò, proseguono i sindacati, in contrasto col piano del Governo francese di raddoppiare la quota della ferrovia nel trasporto delle merci entro il 2030. A tal fine, il Governo ha stanziato quattro miliardi di euro per le infrastrutture ferroviarie tra il 2023 e il 2032. Ma senza alcun intervento la spada di Damocle comunitaria potrebbe cadere su Sncf Fret.