Nella notte tra il 10 e l’11 aprile 2019 avvenne nell’Interporto di Fontevivo, alle porte di Parma, un grave incidente sul lavoro, che causò la morte di un autista di 60 anni, Ali Wahabi. L’uomo, di nazionalità marocchina, risiedeva a Cadeo e lavorava per un’impresa di autotrasporto campana.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il camionista venne travolto dal rimorchio mentre lo stava agganciando alla motrice. Quattro anni dopo, i giudici hanno rinviato a giudizio cinque persone per quell’incidente, con l’accusa di omicidio colposo.
Il processo inizierà a gennaio 2024 e coinvolgerà l’intera filiera del trasporto: il titolare dell’impresa di autotrasporto per cui lavorava Wahabi, due dirigenti dell’impresa committente il trasporto e due addetti alla sicurezza. Secondo il pubblico ministero, tutti gli indagati non avrebbero rispettato le norme di sicurezza.
L’autotrasportatore non avrebbe adeguatamente informato l’autista sulle procedure di aggancio e sgancio dei rimorchi, mentre i responsabili della sicurezza dell’impianto non avrebbero inserito nel documento di valutazione dei rischi quello sulla pendenza del piazzale di carico.