Un’alleanza tra imprese di autotrasporto e sindacati per contrastare la carenza di autisti di veicoli industriali a livello mondiale. La hanno annunciata il 21 giugno l’organizzazione dell’autotrasporto Iru – che rappresenta tre milioni e mezzo di operatori - e la federazione dei sindacati dei trasporto Itf, che raccoglie diciotto milioni e mezzo di lavoratori. L’intesa si basa su un programma articolato in tre punti: alleviare la mancanza di autisti e gli squilibri del mercato del lavoro; garantire condizioni di lavoro e standard dignitosi per i conducenti che lavorano fuori dal Paese d’origine; semplificare e applicare le norme per lavoratori e datori di lavoro.
Saranno coinvolti in questo programma anche le istituzioni internazionali, come l’Onu, e i Governi nazionali. Le prime dovranno sviluppare un quadro globale con linee guida chiare per proteggere i conducenti non residenti, migliorare le condizioni dei conducenti e aumentare la coesione sociale, armonizzare gli standard di qualificazione e il riconoscimento transfrontaliero.
I Governi dovranno invece modificare e applicare le procedure di immigrazione per motivi di lavoro per proteggere i conducenti non residenti, ridurre la burocrazia per consentire un'immigrazione legale più agevole per i conducenti attuali e potenziali, promuovere il riconoscimento delle qualifiche dei Paesi terzi tramite accordi bilaterali, investire e aumentare l'applicazione delle Leggi e dei regolamenti in materia di trasporto stradale, sovvenzionare i programmi di formazione e integrazione nazionali.
Una parte importante l’avranno anche le imprese di autotrasporto, che avranno il compito di sviluppare programmi di integrazione operativa per i conducenti non residenti, affinché ricevano le stesse condizioni della loro forza lavoro nazionale, nonché sostenere i processi di formazione, gestione delle competenze e certificazione. L’Iru aggiunge che “altre soluzioni includono contributi sui costi delle licenze e della formazione, la costruzione di aree di parcheggio più sicure e dotate di strutture migliori, l'incoraggiamento di un maggior numero di donne e di giovani a intraprendere la professione e il miglioramento del trattamento dei conducenti e della comprensione della professione”.
Secondo l’Iru nel 2022 circa l’undici percento dei posti di guida non era coperto da autisti, in tutti i comparti del trasporto di merci e passeggeri. E la situazione peggiorerà perché nei prossimi tre anni un terzo degli attuali conducenti andrà in pensione in numerosi Paesi. Quindi, entro il 2026 il numero delle posizioni non coperte potrebbero raddoppiare.