L’11 luglio 2023 si è concluso il processo di primo grado per il grave incidente sul lavoro che il 19 gennaio 2017 causò la morte di un giovane meccanico, Leonardo Scarpellini di 24 anni, nell’officina della sede di Volvo Trucks Italia, a Zinconia (Bergamo). L’uomo stava sostituendo le sospensioni pneumatiche di un veicolo industriale usando l’aria compressa (procedura vietata dall’azienda) quando un soffietto esplose colpendolo al petto. L’indagine portò al rinvio a giudizio di tre persone: il preposto dell’officina Antonio Pessano, il Service Manager Dario Notario e l’allora amministratore delegato Giovanni Lo Bianco.
Nel 2019 i primi due patteggiarono una pena di otto mesi, mentre Lo Bianco scelse di andare al processo. Durante il dibattito in aula, gli avvocati difensori hanno sostenuto che l’imputato non era responsabile perché la procedura attuata dal meccanico era esplicitamente vietata e la vittima, assunta solo due anni prima, non aveva vuotato l’impianto di aria compressa del veicolo. La pubblica ministero sostenne invece che quella di Scarpellini non fu una condotta eccezionale e imprevedibile, perché alcuni colleghi delle vittima hanno testimoniato che la pratica era utilizzata.
Inoltre la pubblica ministero ha affermato che il giovane meccanico non era adeguatamente formato e che l’ex amministratore delegato avrebbe dovuto attivare flussi informativi per conoscere eventuali procedure violate. Al momento dell’incidente, Scarpellini era stato assunto da una settimana, dopo un contratto a tempo determinato. Comunque aveva seguito i corsi di formazione ed era stato seguito da un meccanico esperto.
La giudice Patrizia Ingrascì ha accolto la tesi dell’accusa e ha condannato Giovanni Lo Bianco a una pena di due anni, con pena sospesa e la non menzione. Inoltre, l’imputato dovrà versare settemila euro all’associazione Anmil. La difesa attende le motivazioni della sentenza per decidere un eventuale ricorso in appello.