Il conflitto tra India e Cina è sorto per questioni di confine nella regione dell’Himalaya, ma si è esteso anche in ambito economico, diventando d’attualità con la decisione degli Stati Uniti (e di conseguenza dell’Unione Europea) di spostare progressivamente la produzione industriale dalla Cina ad altri Paesi asiatici. In tale contesto è in primo piano il sub-continente indiano e il Paese che lo domina, ossia l’India. Durante il G20 di Nuova Delhi è stato compiuto un importante passo in avanti in tal senso, con la firma del memorandum d’intesa per sviluppare l’India-Middle East-Europe Economic Corridor, che si vuole porre in competizione con la Belt and Road cinese (ed è già stata soprannominata Via del Cotone).
Il documento è stato firmato dall’Unione Europea e, in forma individuale, da India, Stati Uniti, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania e Italia e prevede la realizzazione di due corridoi ferroviari e marittimi: il primo, definito orientale, collegherà l’India col Medio Oriente passando nell’Asia occidentale e il secondo, definito settentrionale, collegherà l’Asia occidentale all’Europa attraverso il Medio Oriente. I firmatari hanno stabilito di preparare un piano d’azione entro due mesi.