L’Unione Europea ha annunciato la fine del Regolamento Cber, che permette alle compagnie marittime che operano nel trasporto di container di stringere alleanze e formare consorzi, in deroga alla disciplina comunitaria sulla concorrenza. Questo sistema venne introdotto nel 2009 come fase di transizione dopo il divieto al precedente sistema delle conferenze, che permetteva ai vettori di concordare i noli. Avrebbe dovuto durare fino al al 2014 ma la lobby delle compagnie riuscì a estenderlo fino al 2020 e poi fino al 25 aprile 2024.
In una nota diffusa il 10 ottobre 2023, la Commissione Europea annuncia di non voler prorogare il Cber perché “non è più in grado di promuovere la concorrenza nel settore del trasporto marittimo”. Questa decisione sorge da un riesame avviato nell’agosto del 2022 consultando gli operatori interessati alla questione, ossia vettori, caricatori e spedizionieri, operatori portuali e dei terminali.
Al termine di questa indagine, la Commissione rileva che nel periodo tra il 202 e il 2023 il Cber ha prodotto un’efficacia “modesta o limitata”. L’organismo precisa che “dato il numero esiguo e il profilo dei consorzi che rientrano nell'ambito di applicazione del regolamento, quest'ultimo apporta ai vettori risparmi limitati sui costi di conformità e svolge un ruolo di secondo piano ai fini della decisione dei vettori di cooperare. Inoltre, durante il periodo di valutazione, il regolamento Cber non ha più messo in grado i vettori più piccoli di cooperare tra loro e di offrire servizi alternativi in concorrenza con i vettori più grandi”.
Il termine della proroga non impedirà completamente i consorzi tra compagnie marittime, ma chi vorrà proseguirli dovrà “valutare la compatibilità dei loro accordi di cooperazione con le norme antitrust dell'UE sulla base degli orientamenti dettagliati forniti nel regolamento orizzontale di esenzione per categoria e nel regolamento di esenzione per categoria relativo agli accordi di specializzazione”.