Mentre il trasporto marittimo di container sta frenando a livello globale, l’Africa va in controtendenza: secondo le rilevazioni di Drewry, nei primi sette mesi del 2023, le importazioni di merce in container nei porti africani sono aumentate del 10,1% rispetto allo stesso periodo del 2019 e del 6,7% rispetto al 2022, anno finora considerato come picco massimo.
Questa tendenza potrà proseguire anche nei prossimi anni, grazie anche all’African Continental Free Trade Area (Afcfta), ossia l’area di libero scambio che per ora interessa sette Paesi del continente (Ruanda, Camerun, Egitto, Ghana, Kenya, Mauritius e Tanzania) e alla crescente urbanizzazione, che aumenta la domanda di materiali per costruzione, elettronica, mobili e altri beni di consumo.
L’area dell’Africa che mostra il maggior tasso di crescita del trasporto container è secondo Maersk Broker la costa occidentale, che nel 2023 è aumentato del 20,9% rispetto all’anno precedente. A questo incremento hanno contribuito le merci provenienti dal Medio Oriente e dal Sud America, ma la crescita maggiore emerge nelle rotte dall’Asia. In quest’ultimo caso, il Container Trade Statistics rileva un aumento da agosto del 19,6%. Ciò nonostante alcune difficoltà, come gli elevati ritardi delle navi e l’alto livello d’interruzioni ed eccezioni, come scambi di porti e salto di scali.
A proposito di porti, quelli dell’Africa sub-sahariana che muovono più container sono in ordine decrescente Durban, in Sudafrica, con 2,6 milioni di teu, Mombasa (Kenya) con 1,4 milioni di teu, Tema (Ghana) con 1,3 milioni di teu e Lagos (Nigeria) con oltre un milione di teu (dati del 2020). I porti dell’Africa del nord muovono quantitativi maggiori (per esempio il solo TangerMed nel 2022 ha movimentato 7,6 milioni di teu e i porti egiziani muovono una cifra simile) ma bisogna considerare che una parte consistente di questi container riguarda un transhipment verso l’Europa.