L’Europa sembra parlare due linguaggi diversi quando si affronta il tema dello sviluppo e del futuro delle ferrovie. Uno ottimista, quello della Commissione Europea, l’altro critico, quello della Corte dei Conti. L’organo esecutivo delle istituzioni comunitarie con sede a Bruxelles, a fine settembre 2023, ha pubblicato la sua “ottava relazione sul monitoraggio dello sviluppo del mercato ferroviario”. Il rapporto parla di segnali promettenti e sottolinea come gli obiettivi che l’Europa si è posta per accrescere la modalità ferroviaria possono essere raggiunti se le tendenze manifestate dopo la pandemia da Covid 19 proseguiranno.
Solo pochi mesi prima, ed esattamente alla fine di marzo 2023, la Corte dei Conti aveva pubblicato una relazione speciale sul trasporto intermodale delle merci dove, dopo aver evidenziato diverse lacune infrastrutturali e normative, aveva definito irrealistico e irrealizzabile l’obiettivo di raddoppiare il traffico su rotaia entro il 2030. Questo giudizio critico, seppur costruito su solide basi, rientra però nel ruolo tipico della magistratura contabile, mai incline a valutazioni edulcorate.
Di tutt’altro avviso è la Commissione Europea nel suo ultimo rapporto che include i dati dal 2015 al 2020. Le stime, decisamente positive riguardano l’aumento dei passeggeri che utilizzano i servizi ad alta velocità, ma riserva valutazioni molto promettenti anche per il trasporto commerciale. Il traffico ferroviario merci totale è passato da 385 miliardi di tonnellate/km nel 2015 a 404 miliardi nel 2020. Pur avendo pagato il prezzo della pandemia, gli sviluppi tra il 2009 e il 2019 segnalano un aumento di quali il 27% delle tonnellate/km trasportate.
L’ottimismo sembra senza freni. Si legge ancora nel rapporto: “Se questa tendenza al rialzo dovesse rimanere sostenibile con lo stesso livello nei prossimi decenni, l’obiettivo della Strategia per una mobilità sostenibile e intelligente di aumentare il traffico merci ferroviario del 50% entro il 2030 e di raddoppiarlo tra il 2015 e il 2050 potrebbe essere raggiunto e anche leggermente superato”.
La relazione della Commissione specifica che la percentuale del traffico merci ferroviario transfrontaliero è rimasta costantemente al di sopra del 50%, dimostrando un impatto significativamente inferiore dovuto alla pandemia per il trasporto merci internazionale rispetto ai servizi passeggeri. Questi risultati sono stati raggiunti anche in seguito alla liberalizzazione che ha favorito l’ingresso sul mercato di nuove imprese ferroviarie. Queste ultime dal 2020 hanno progressivamente acquisito una quota del 46%, maggiore rispetto ai risultati conseguiti dagli operatori del servizio passeggeri.
Significativi anche i risultati ottenuti nelle riduzioni delle emissioni di gas serra: nonostante l’incremento delle merci trasportate, i valori continuano a calare. Proseguono anche i programmi di elettrificazione della rete europea che dal 2015 al 2020 ha visto aumentare di oltre 2400 chilometri i binari messi sotto tensione. Crescono anche gli investimenti, passati da 39 miliardi di euro a quasi 42 miliardi, con la fetta maggiore (80%) destinata a manutenzione, rinnovamento e adeguamento degli impianti. Alle nuove infrastrutture è andato solo il 20% della spesa investita. A questo punto si tratterà di attendere la prossima relazione della Corte dei Conti per vedere se si riscontra la stessa chiave di lettura.
Piermario Curti Sacchi