Le portacontainer in viaggio dall’Asia all’Europa subiranno dal 15 gennaio 2024 un rilevante aumento dei costi a causa dell’incremento della tariffa di transito nel Canale di Suez che entrerà in vigore in tale data. È un aumento del 15% valido per tutte le navi, escluse le ro-ro, che subiranno un aumento solo del 5%. Saranno invece esonerate dall’incremento le navi che viaggeranno in direzione sud che rientreranno in Asia e che hanno scalato nei porti di Algeciras o TangerMed o ancora prima.
Questo aumento, che significa pagare per ogni portacontainer da 60mila a 105mila dollari in più per ogni viaggio, arriva in una fase di costante calo dei noli container. È possibile che in tale contesto le compagnie marittime applicheranno uno specifico sovrapprezzo, che però potrebbe essere neutralizzato se i noli continueranno a diminuire anche nel 2024. E le previsioni in tal senso non sono positive per i vettori marittimi.
Una ricerca di Drewry prevede infatti che a fronte di un crollo del 60% dei noli per il 2023, nel 2024 potrà esserci un ulteriore calo del 33% e non è neppure detto che questa tendenza negativa si fermi in quell’anno. Il motivo sarà lo stesso: lo squilibrio tra domanda di trasporto e offerta di stiva. Secondo Drewry, nel 2024 la prima crescerà del due percento e la seconda del 6,4%.
Le compagnie stanno reagendo con sistemi già collaudati, che però finora non hanno invertito la tendenza: annullamento di viaggi, riduzione della velocità delle portacontainer, fermo o rottamazione delle navi e ritardo nel ricevere quelle nuove in fase di costruzione o di ordine. Quest’anno saranno demolite portacontainer per 115mila teu, valore che dovrebbe crescere a 600mila teu nel 2024, ma questo ritmo non basterebbe a compensare l’immissione di nuove navi.
Dal punto di vista finanziario, Drewry ritiene che le principali compagnie marittime resteranno in nero anche quest’anno, con un Ebit complessivo intorno a venti miliardi di dollari, ma per il 2024 prevede un rosso di quindici miliardi di dollari, proprio a causa della caduta dei noli. E stanno arrivando nuove sfide, come il mancato rinnovo dell’esenzione per i consorzi (Cber) stabilito dall’Unione Europea dal 2024 e l'estensione delle norme antinquinamento, oltre alle conseguenze geopolitiche dei conflitti (che potrebbero estendersi in aree dove passano le rotte marittime tra Asia ed Europa) e quelle dei cambiamenti climatici.