L’articolo 56 della Legge di Bilancio 2024 che è in corso di esame al Parlamento (ora al Senato) mette nero su bianco le risorse che lo Stato intende stanziare per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. Il testo autorizza una spesa complessiva per l’opera di 11,63 miliardi di euro. Non chiarisce però come sia stata determinata questa cifra, visto che la società Ponte di Messina non ha ancora approvato l'aggiornamento del progetto definitivo.
Si potrebbe trattare di un mero artificio contabile per consentire di mantenere in vita l’appalto affidato al consorzio Eurolink guidato da Webuilt prima di sospendere il progetto nel 2013. Quell’appalto parlava di 8 miliardi di euro e l’Autorità Anac ha recentemente ricordato che nel caso la cifra superi il 50% di quella originale bisogna avviare una nuova gara, come prevede la normativa comunitaria. Visto che la cifra al 2012 era di 8 miliardi, ecco che quella nuova di 11,63 miliardi rientra in questo limite.
Lo stanziamento della Legge di Bilancio però non sarà effettivamente erogato in un’unica soluzione. La norma infatti prevede nove rate di cifre variabili dal 2024 al 2032. Quella al momento sicura dovrebbe essere la prima di 780 milioni, che dovrebbe permettere l’avvio dei lavori. Però il Decreto non precisa le coperture dell’intera somma. Sulla questione è già intervenuto durante un’audizione parlamentare l’associazione dei comuni italiani Ance, esprimendo i timori che i fondi siano prelevati da fondi per le infrastrutture previsti per Comuni e Regioni. Sempre che non siano prelevati da altre voci del Bilancio pubblico.
Il calendario delle rate mostra, dopo il 2024, 1.035 milioni per il 2025, di 1.300 milioni per il 2026, di 1.780 milioni per il 2027, di 1.885 milioni per il 2028, di 1.700 milioni per il 2029, di 1.430 milioni per il 2030, di 1.460 milioni per il 2031 e di 260 milioni per il 2032, anno in cui secondo il ministro dei Trasporti dovrebbe essere completata l’opera. A differenza del progetto approvato dal Governo nel 2003, tutta la somma sarà versata dallo Stato, senza quindi l’apporto di privati. Sono già state coinvolte nel finanziamento le Regioni Sicilia e Calabria e il Governo spera in un cofinanziamento da parte dell’Unione Europea. Non è però escluso che possano arrivare fondi privati, ma solo per alleggerire lo Stato dalla spesa massima dell’opera, fissata appunto in 11,63 miliardi.
Sulla questione è intervenuta anche la relazione sulla Leggedi Bilancio della Corte dei Conti, dove si legge che la manovra è “complessivamente poco incisiva sotto il profilo di nuovi interventi a favore degli investimenti pubblici a portata generale, ma con un forte sbilanciamento verso misure mirate a sostenere progetti specifici, primo fra tutti per peso finanziario, il ponte sullo Stretto, seguito da una serie di altri interventi minori, con impatti limitati sul sistema economico per via della spiccata localizzazione".
Abbiamo citato il progetto definitivo, necessario per avviare i lavori. Webuilt sostiene che Eurolink lo ha consegnato nel 2010, che poi è stato approvato dalla Società Stretto di Messina nel il 29 luglio del 2012. Resterebbe quindi in vigore questo progetto, seppur modificato: il 30 settembre 2023 Webuilt ha comunicato di avere consegnato la documentazione di aggiornamento del progetto definitivo alla risorta società Stretto di Messina.
Però l’iter non è terminato: come ha spiegato il presidente della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, l’aggiornamento è in una fase istruttoria e di esame per verificarne la completezza generale e la congruità. Quindi potrebbero ancora sorgere modifiche, che potrebbero far lievitare il costo dell’opera oltre il limite fissato dalla Legge di Bilancio (ma in questo caso si rischierebbero ricorsi perché si potrebbe superare il limite citato del 50%). Inoltre, aumenti potrebbero sorge in corso d’opera per imprevisti o l’inflazione, che solo negli ultimi anni ha aumentato notevolmente i costi delle costruzioni. Quindi il Governo ha finanziato un’opera prima di avere un progetto definitivamente approvato.
Sempre in ambito economico, ricordiamo che il cosiddetto Decreto Ponte toglie il limite di 240mila euro per la retribuzione annuale di amministratori, titolari e componenti di organi di controllo, dirigenti e dipendenti pubblici che lavorano per la società Stretto di Messina per “attrarre competenze”.
C’è un altro aspetto da chiarire, che riguarda le opere a terra, ossia quelle che permettono ai treni e agli autoveicoli di accedere a un ponte alto 65 metri dal livello del mare (franco navigabile). Vista la configurazione montagnosa su entrambe le coste, queste opere dovranno svolgersi per alcuni chilometri in gallerie dedicate (soprattutto per quanto riguarda i treni). Non è chiaro se la cifra di 11,63 miliardi le comprenda o riguardi il solo ponte.
Che le comprenda o meno, è evidente che senza un collegamento moderno e possibilmente veloce con la penisola da una parte e l’isola siciliana dall’altra il ponte non avrà senso. Ciò prevede la costruzione di una nuova linea ferroviaria lungo la montagnosa Calabria. Per ora sono stanziati due miliardi di euro per costruire 35 chilometri tra Battipaglia e Romagnano. Per raggiungere l’imbocco del ponte ne mancano circa altri 400, che difficilmente saranno pronti entro il 2032. In Sicilia sono in corso lavori di potenziamento tra Messina e Palermo ed è previsto uno stanziamento di 11 miliardi per raddoppiare la Messina-Catania.