È arrivato a un punto cruciale il drastico piano di ristrutturazione avviato da Fret Sncf, la società per il trasporto delle merci della compagnia ferroviaria statale francese. La profonda riorganizzazione era stata annunciata dal ministero dei Trasporti il 24 maggio 2023 in seguito a un’indagine avviata dalla Commissione Europea che contestava aiuti mascherati per 5,3 miliardi di euro in quanto era stato ripianato e quindi cancellato il debito del 2019 utilizzando i fondi pubblici della capogruppo. Il rischio sarebbe stato quello di dover restituire questa somma, facendo di fatto fallire la società.
Per evitare questo colpo mortale il Governo francese e la Commissione Europea hanno trovato un’intesa che comunque è tutt’altro che indolore in quanto prevede lo scioglimento della società, la sua trasformazione (con anche l’ipotesi dell’ingresso di soci privati) e soprattutto, per sottolineare la discontinuità economica, la riduzione dei servizi assicurati da Fret Sncf a favore delle imprese concorrenti.
Questo drastico piano è diventato visibilmente operativo il 10 dicembre 2023, data che in ferrovia segna l’entrata in vigore dell’orario invernale. Dal 10 dicembre, Fret Sncf ha iniziato la cessione ad altri operatori di 23 relazioni, di cui 21 legate ai trasporti intermodali, fino a quella data gestite in proprio. Il piano prosegue e si concluderà, secondo quanto si apprende, entro la metà del 2024, con pochissime eccezioni legate a fatti contingenti. Il piano di dismissione dovrà essere comunque concluso senza riserve, come prevede l’accordo con le autorità europee.
Secondo Fret Sncf la discontinuità nei trasporti ha colpito il 30% del traffico espresso in tonnellate-chilometro, il 20% del fatturato della società e ha coinvolto il 10% delle risorse umane. Già prima della cessione dei servizi avviata a partire dal 10 dicembre, le ferrovie avevano rinunciato ad alcuni collegamenti con la Germania e la Spagna insieme all’autostrada ferroviaria tra Calais e Sète.
La crisi di Fret Sncf spalanca le porte, o meglio i binari, ad altri operatori, ma la parte del leone dovrebbero farla le ferrovie tedesche, sia attraverso la società che opera sul mercato francese, vale a dire DB Cargo France, sia attraverso la filiale di Deutsche Bahn. Tutte le prime dismissioni già avviate andrebbero a loro favore. Fret Sncf, nel frattempo, ha adottato una strategia per governare il passaggio di consegne soprattutto per tutelare la propria clientela storica anche attraverso il noleggio del materiale di trazione non più utilizzato compreso il distacco volontario dei macchinisti o anche con la possibilità di rilevare i servizi su una singola linea attraverso una sorta di subappalto.
Il drastico piano di ristrutturazione è stato contestato dai sindacati e in particolare dalla principale organizzazione di categoria legata alla Cgt che ha presentato una proposta alternativa dal forte connotato statalista chiedendo al Governo di rivedere le proprie decisioni, ma tutto questo sembra arrivato ormai fuori tempo massimo, con le prime dismissioni ormai in corso.
Ma quale sarà il futuro per il settore merci delle ferrovie francesi, da più parti accusate di essere arrivate a un punto di non ritorno a causa di un malinteso spirito monopolista in un mercato che andava sempre più aprendosi alla concorrenza? Secondo Edouard Laverny, direttore commerciale di Fret Sncf, in una dichiarazione all’agenzia RailFreight, la società che cambierà completamente ragione sociale, si concentrerà su quelle rotte dove può offrire maggiore capacità ed essere in grado di soddisfare tutte le richieste della clientela con la collaborazione dell’impresa di logistica Rail Logistics Europe che fa parte del gruppo delle ferrovie francesi.
I servizi saranno indirizzati anche verso nuovi mercati in cui i clienti sono alla ricerca di soluzioni logistiche a basse emissioni di carbonio, come i produttori di beni di consumo, i fornitori della catena logistica e gli autotrasportatori, nonché il settore delle energie rinnovabili, dove non mancano progetti in fase di sviluppo. Importanti investimenti saranno anche rivolti alla digitalizzazione di tutte le procedure.
Piermario Curti Sacchi