Nonostante le perplessità espresse anche dagli operatori sull’opportunità e sulle effettive ricadute di questo investimento, Rfi ha avviato la conferenza di servizi per l’approvazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica del collegamento tra la rete ferroviaria principale e il porto siciliano di Augusta. L’intervento è sostenuto anche con le risorse legate al Pnrr e si inserisce in un più ampio disegno di ampliamento e potenziamento dello scalo siracusano. Ciò non toglie che resta aperto il dibattito sulla validità dei progetti finanziati dal Piano di ripresa, spesso senza una valutazione costi/benefici.
La bretella ferroviaria collegherà la zona portuale alla rete Rfi, suddividendo il progetto in due fasi funzionali, la prima delle quali, l’unica finora finanziata, è arrivata sulle rampe di lancio. I lavori della prima fase comprendono la realizzazione di un binario di presa e consegna fino al cancello che dà accesso all’area gestita dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale e di un ulteriore binario di carico/scarico dei container lungo 250 metri affiancato da un piazzale della medesima estensione. L’intervento si completa con il collegamento stradale dalla banchina portuale al piazzale e da un fabbricato tecnologico da dove Rfi gestirà tutte le fasi della movimentazione.
Per determinare il costo effettivo di questo investimento bisogna però attendere l’approvazione del progetto di fattibilità: il Pnrr prevedeva di destinare 75 milioni di euro per realizzare la bretella di collegamento con il porto, ma i costi sono lievitati e in una successiva convenzione con tutti i soggetti interessati si erano già ipotizzati oneri aggiuntivi fino a far lievitare l’impegno di spesa ad almeno 110 milioni di euro.
Per essere obiettivi e valutare nel suo complesso questo investimento, occorre precisare che il porto di Augusta si appresta a svolgere un ruolo ben più significativo rispetto a quanto si è visto finora. L’Autorità portuale orientale intende trasferire il traffico dei container dal porto di Catania a quello di Augusta all’interno di un piano di investimenti di 317 milioni di euro. L’ambizione è quella di rilanciare il ruolo di terminal core nell’ambito del corridoio scandinavo-mediterraneo, ma ciò non toglie che pesa e non poco la concorrenza del vicino scalo di Gioia Tauro che ha come punto di forza quello di trovarsi non su un’isola, ma nel continente.
A porsi delle domande sul vantaggio dell’intervento prospettato da Rfi, a leggere la rassegna della stampa locale, sono addirittura molti operatori portuali che a differenza della classe politica locale, avanzano dubbi su un investimento di questa portata, oltre cento milioni di euro per una breve bretella ferroviaria dai vantaggi tutti da dimostrare.
Un eventuale treno formato nel porto di Augusta sconterebbe la rottura di carico, perché andrebbe scomposto, per l’attraversamento dello Stretto, almeno fino a quando non ci sarà, e se ci sarà, un collegamento stabile rappresentato dal Ponte sullo Stretto (e relative opere a terra) a lungo vagheggiato. Anche la dislocazione degli spazi non giocherebbe a favore in quanto la maggior parte dei piazzali di carico e scarico si trova lontano dalle banchine.
Piermario Curti Sacchi