Non sono bastate le travagliate vicende societarie di Fret Sncf, la maggiore impresa di trasporto ferroviario merci in Francia a offuscare le prospettive per il settore, ora anche gli operatori dell’intermodale guardano con meno ottimismo al 2024. Questo è quello che emerge da un sondaggio condotto dal Groupement national des transports combinés (Gntc), l’organizzazione professionale non profit che rappresenta l’intero settore del trasporto combinato in Francia, riunendo una settantina di operatori e vettori del combinato, nonché gestori di piattaforme, porti e società specializzate nel noleggio.
Poco meno della metà degli operatori coinvolti nell’indagine, ed esattamente il 46,7%, prevede un ulteriore peggioramento delle condizioni di mercato, mentre solo una ristretta minoranza, il 10%, al contrario vede segnali positivi. Questo atteggiamento attendista si traduce anche nelle scelte aziendali dove il 63,3% ha intenzione di sospendere gli investimenti nel corso del 2024 e oltre il 70% rinuncia ad assumere nuovo personale.
Dopo un 2022 positivo per il settore, nel 2023 gli operatori hanno dovuto fare i conti con eventi particolarmente critici come gli scioperi legati alla riforma del sistema pensionistico che hanno privato il settore di molte figure professionali, come i macchinisti, ma anche gli addetti alle manovre e i verificatori. Questo ha comportato la cancellazione di numerosi treni che hanno spinto la clientela a rivolgersi al trasporto su strada. Anche l’impennata dei costi dell’elettricità ha inciso sulla competitività dell’intermodale ferroviario. Il bilancio 2023 per il combinato in Francia si è chiuso con una flessione del 20% rispetto all’anno precedente che però era stato caratterizzato da un buon risultato.
E come se non bastasse, nella seconda metà del 2023 si è verificata l’interruzione della linea transfrontaliera del Frejus tra Italia e Francia via Modane. Molto traffico è andato perso perché i percorsi alternativi non si sono mai dimostrati sufficientemente efficienti e appetibili. Oltretutto la ferrovia del Frejus in questi ultimi anni ha svolto soprattutto il compito del trasporto di merci pericolose attraverso l’autostrada viaggiante con le due piattaforme Modalohr specializzate di Orbassano e Aiton.
Nonostante queste prospettive incerte, c’è chi ritiene essenziale investire per invertire la tendenza. Come per esempio, il gruppo Open Modal, pronto ad aprire un terminal intermodale per casse mobili e container a Miramas, località posta poco più a nord di Marsiglia e nevralgico centro merci, anche ferroviario. Con un investimento di oltre 30 milioni di euro, la struttura a regime sarà in grado di movimentare fino a 400 unità di trasporto intermodale al giorno, l’equivalente di quattro treni lunghi 850 metri in entrata e in uscita dal terminal.
Il gruppo Open Modal costituito nel 2013 ha sede vicino a Montpellier, nel sud della Francia, ed è costituito dalla società di trasporti TAB Rail Road (con il suo parco di oltre mille casse mobili), dall’operatore di trasporto combinato T3M, dalla compagnia ferroviaria Combirail e dalla società terminalistica BTM.
Piermario Curti Sacchi