È durata meno di un mese la tregua al confine polacco-ucraino. Dopo l’accordo raggiunto dagli autotrasportatori dei due paesi per la sospensione delle proteste, siglato a metà gennaio 2024, il traffico è stato nuovamente bloccato. Sulla scia di quanto avventuo nel resto d’Europa, il 9 febbraio gli agricoltori hanno infatti iniziato una protesta in tutta la Polonia contro l’introduzione del Green Deal e contro l’afflusso di prodotti agricoli a prezzo stracciato provenienti dall’Ucraina, favoriti anche dai vantaggi fiscali concessi dall’UE e recentemente prorogati fino al 2025.
Due giorni dopo, dall’11 febbraio, i blocchi si sono concentrati vicino al valico di frontiera di Dorohusk, dove si è nuovamente formata una lunga colonna di mezzi pesanti fermi da ormai 10 giorni. La situazione è diventata ancora più tesa dopo che un gruppo di attivisti è riuscito nell’intento di ribaltare tre camion ucraini carichi di grano. L’incidente ha suscitato molto clamore nelle fila di Kiev e le autorità hanno aperto un'indagine per fare luce sulla vicenda.
Più a sud, ill varco di Medyka è paralizzato da diversi giorni dalle associazioni degli agricoltori e ci sarebbero oltre duemila camion in attesa di entrare in Ucraina, con tempi di attraversamento che supererebbero i dodici giorni. La colonna di automezzi avrebbe già raggiunto i 40 chilometri e, secondo le autorità, i blocchi stanno causando ingorghi anche nelle zone di Korczowa e Krościenko, già bloccate nei mesi scorsi dalle proteste dei trasportatori.
Diversi media hanno inoltre segnalato che diversi camion ucraini con presunti carichi umanitari, scortati in acuni casi addirittura da suore, sarebbero stati intercettati dagli agricoltori mentre facevano la spola da una parte all’altra del confine in diversi valichi. Dopo aver ispezionato la merce, i polacchi avrebbero scoperto che i documenti indicavano merci errate e che i camiion trasportavano in realtà grano, altri prodotti agricoli ma anche auto di lusso.
Aiuti umanitari come coperte e vestiti erano infatti posti subito dietro le porte del rimorchio mentre aprendo il telone di lato, come dimostrato da alcuni video pubblicati dalle associazioni polacche, sono stati trovati trovati beni di tutt’altra natura importati ed esportati illegalmente dentro e fuori dall’Unione Europea. Alcuni scontri sono avvenuti anche in corrispondenza di alcuni scali ferroviari di confine. Gli agricoltori polacchi avrebbero infatti intercettato alcuni treni carichi di prodotti agricoli provenienti dall’Ucraina e le autorità polacche si sarebbero schierate a difesa dei convogli, tra lo stupore e la rabbia dei manifestanti.
In risposta ai blocchi in atto sul lato polacco, l'associazione regionale dei vettori ucraini ha annunciato nella giornata di giovedì 15 gennaio l'inizio di una protesta alla frontiera Jagodzi-Dorohusk. Il blocco è ancora in corso e, secondo fonti locali, i trasportatori ucraini intendono impedire agli automezzi polacchi di entrare in Ucraina, autorizzando solamente un accesso ogni ora.
Inizialmente i blocchi sono stati portati avanti da quindici mezzi pesanti e una ventina di automobili, ma altri veicoli si sono velocemente uniti alla protesta e sul posto sono apparsi slogan quali "la vera fratellanza non è discriminazione", "la libera circolazione per entrambe le parti è una vittoria comune", "fermare il blocco alle frontiere”. Lo svolgimento della protesta e la sua durata dipenderanno conunque dalle azioni intraprese sull’altro lato del confine e le associazioni di Kiev, a quanto dichiarato dai propri portavoce, sarebbero pronte a rimuovere i blocchi in qualsiasi momento.
Sulla questione si è espresso il ministro polacco dell'Agricoltura Czesław Siekierski che ha affermato che, sebbene la situazione sia tesa, questa non sarebbe la forma giusta di protesta ma che sarebbe umanamente difficile non comprendere la disperazione dei contadini. Le proteste messe in atto finora, tuttavia, sembrano essere solamente all’inizio e, stando alle indiscrezioni diffuse negli ultimi giorni, agricoltori e trasportatori polacchi starebbero preparando blocchi congiunti ancora più stringenti a partire dal 20 febbraio. Al confine di Dorohusk e Medyka sono attesi anche mezzi agricoli provenienti da Francia, Belgio, Germania e Olanda, precedentemente impegnati nei disordini occorsi in tutta Europa, mentre i trasportatori sarebbero pronti a bloccare nuovamente il traffico al confine.
Marco Martinelli