Un recente studio commissionato da cinque associazioni del trasporto ferroviario e intermodale (Cer, Erfa, Uic, Uip e Uirr) e condotto da d-fine ha sollevato preoccupazioni significative riguardo alla proposta della Commissione Europea di modificare la Direttiva 96/53 che regola i pesi e le dimensioni dei veicoli industriali. Infatti, la ricerca evidenzia che le misure proposte potrebbero avere conseguenze disastrose dal punto di vista socio-economico e della sostenibilità.
Secondo lo studio, la possibilità di permettere la circolazione transfrontaliera dei camion del Sistema Modulare Europeo (ossia con doppio rimorchio ed eccedenti gli attuali pesi e dimensioni) potrebbe abbassare le tariffe di trasporto merci nel mercato attualmente dominante del trasporto di merci ad alto volume e bassa densità.
Le associazioni ritengono che il miglioramento dell'efficienza operativa per i camion dovrebbe non solo tradursi in tariffe di trasporto inferiori, ma anche in progressi significativi verso gli obiettivi del Green Deal europeo e una riduzione delle esternalità del trasporto merci interno (decarbonizzazione, efficienza energetica, qualità dell'aria, rumore, incidenti, congestione).
La proposta di aumentare la massa complessiva consentita per i camion e l'autorizzazione degli Ems potrebbe portare a un cambio modale inverso (ossia dalla rotaia alla strada) fino al 21% per tutti i segmenti ferroviari e al 16% per il trasporto combinato. Ciò potrebbe comportare fino a 10,5 milioni di viaggi aggiuntivi di camion all'anno, emettendo fino a 6,6 milioni di tonnellate di CO2 aggiuntive e generando costi esterni aggiuntivi fino a 2,2 miliardi di euro.
Di fronte ai risultati dello studio, le associazioni commissionarie hanno formulato quattro raccomandazioni ai co-legislatori europei. La prima è di mantenere il limite di massa complessiva del veicolo entro le 40 tonnellate per i camion che attraversano le frontiere tra gli Stati membri dell'UE. Le eccezioni dovrebbero essere possibili solo per i tratti stradali delle attività intermodali transfrontaliere.
La seconda raccomandazione è di consentire una massa supplementare solo ai veicoli a emissioni zero, e solo fino a quando la densità energetica delle batterie lo richiederà (assumendo un'autonomia di mille chilometri).
La terza è mantenere le attuali dimensioni standard per tutti i tipi di unità di carico per garantire la compatibilità continua con le diverse modalità di trasporto, indipendentemente dall'introduzione dell'Ems.
Infine, le associazioni raccomandano di considerare l'aumento dei costi esterni generato dal cambio modale inverso nel progettare le misure, per favorire altre modalità di trasporto come il ferroviario, che offre vantaggi significativi in termini di costi esterni e sostenibilità.
Le cinque sigle del settore ferroviario sottolineano l'importanza di riconsiderare la proposta di modifica alla luce degli obiettivi di sostenibilità dell'UE e ribadiscono che qualsiasi misura che favorisca un ulteriore aumento della quota di mercato del trasporto su strada, attualmente dominante, senza promuovere un vero progresso verso gli obiettivi di sostenibilità, potrebbe compromettere seriamente gli sforzi per un trasporto merci più verde in Europa.