Secondo uno studio di Federtrasporti, in Italia i veicoli industriali restano mediamente fermi quattro ore al giorno per aspettare di caricare o scaricare la merce. È un problema rilevante non solo per l’autotrasporto, ma per l’intera filiera della logistica, che però finora non è stato seriamente affrontato, al contrario di quanto accade in Spagna, dove il Governo ha recentemente applicato penali e sanzioni alle imprese che fanno attendere i veicoli oltre un tempo stabilito. Il recente impregno assunto dal ministro dei Trasporti per avviare il Tavolo delle Regole può essere un’occasione per affrontare anche questo tema.
In tale contesto va vista la lettera inviata il 19 febbraio 2024 da Fai Conftrasporto alle associazioni della committenza per evidenziare i gravi problemi associati alle lunghe attese per le operazioni di carico e scarico dei camion. Tali rischi comprendono l'impatto sulla vita privata degli autisti, la sicurezza sul lavoro e la circolazione stradale, nonché la mancanza di trasparenza e l'aumento dei costi di trasporto. Nello stesso tempo, la sigla sottolinea l'importanza di controllare e ridurre i tempi di attesa, implementando pratiche virtuose e sistemi di comunicazione efficienti tra committenti e vettori, per migliorare la logistica e la sicurezza. La lettera termina con l'invito a tutte le associazioni di categoria a sensibilizzare i propri associati su questo problema.
In particolare, il presidente dell’associazione, Paolo Uggè, pone in risalto quattro elementi. Il primo riguarda gli autisti, perché le lunghe attese incidono negativamente sul loro tempo libero e sulla loro qualità della vita. L'equilibrio tra vita lavorativa e privata degli autisti viene infatti compromesso da lunghe ore di lavoro non pianificate, influenzando negativamente il loro benessere e la possibilità di trascorrere tempo con le famiglie o per il riposo. Ciò è anche causa della carenza di conducenti, perché allontana i giovani da questa professione, a favore di lavori che permettano un ritorno quotidiano a casa, evitando notti fuori e lunghe attese imprevedibili che li allontanano dalle famiglie.
I lunghi tempi d’attesa influiscono negativamente anche sulla sicurezza stradale e sulle malattie professionali degli autisti, perché possono portare a stanchezza, stress e tensioni muscolari a causa dell'immobilità. Riducono anche la concentrazione, quando gli autisti riprendono la guida dopo ore di inattività. Ciò compromette la loro capacità di mantenere la concentrazione e gestire in sicurezza il veicolo, ma creano anche rischi aggiuntivi: la presenza di numerosi veicoli fermi nei punti di carico e scarico può portare a una saturazione degli spazi e aumentare il rischio d’incidenti, compresi quelli che coinvolgono sostanze pericolose o potenzialmente contaminanti.
Sul versante delle imprese di autotrasporto, le lunghe attese generano costi aggiuntivi, che raramente vengono retribuiti, ma anche l'assenza di trasparenza nelle attività logistiche, che può portare inefficienze e costi nascosti lungo l'intera filiera logistica.
La lettera ricorda anche che l’articolo 6 bis del Decreto Legislativo n. 286/2005, introdotto dalla Legge n. 127/2010, stabilisce una disciplina dei tempi di attesa per il carico e lo scarico delle merci, con l'obiettivo di incoraggiare pratiche virtuose per una migliore gestione dei carichi e scarichi, dando tempi certi e riducendo le attese. Nonostante l'intento legislativo, la lettera sottolinea che l'obiettivo di ridurre i tempi di attesa è lontano dall'essere raggiunto, indicando una mancata implementazione di prassi virtuose.
La lettera contiene tre richieste alla committenza per affrontare tale questione. La prima è controllare e tracciare i tempi di sosta, raccogliendo i dati da strumenti come il cronotachigrafo. Ciò serve per individuare le anomalie e vagliare le soluzioni correttive da condividere fra committente e vettore. Ciò eviterebbe di nascondersi dietro la mancanza di controllo delle piattaforme di carico e scarico o la difficoltà d’impiegare personale per registrare il corretto orario di arrivo e partenza.
Per ridurre i tempi di attesa, la Fai suggerisce di prevedere piani di carico e scarico attuabili e in linea con le caratteristiche dei luoghi dove avvengono tali attività, approntando sistemi di comunicazione e controllo appropriati che possano comunicare col vettore e lo informino in tempo reale.
Infine la lettera invita la committenza a dare attuazione a quanto già previsto dalla normativa (ossia il citato articolo della Legge 286/2005), determinando contrattualmente la franchigia per le soste e riconoscendo l'indennizzo a favore del vettore in tutti quei casi in cui la prolungata sosta del mezzo - prima di potere iniziare le operazioni di carico o di scarico delle merci - non sia imputabile all'impresa di autotrasporto stessa.