L’Interporto di Torino Orbassano, conosciuto con la sigla Sito, ha in programma di estendere la propria piattaforma logistica al di là degli spazi attuali e per raggiungere questo obiettivo dovrà occupare parte dei terreni che appartengono ad alcuni Comuni dell’hinterland torinese e precisamente Grugliasco, Orbassano, Rivalta, Rivoli, fino a ricomprendere le aree del Centro Agro Alimentare (Caat).
Per rendere operativa questa decisione era necessario l’avvallo politico e questo è avvenuto il 27 febbraio 2024 con la delibera approvata all’unanimità da parte della Città metropolitana di Torino: i Comuni interessati possono così sottoscrivere un protocollo d’intesa con l’Interporto e aggiornare i propri strumenti urbanistici in modo da promuovere i nuovi insediamenti. Per favorire il dialogo tra gli enti locali e la struttura intermodale è prevista la costituzione di un Tavolo di lavoro intercomunale che dovrà affrontare sia gli aspetti logistici sia quelli economici, in altre parole stabilire anche gli oneri urbanistici.
Questa notizia è stata condensata in poche righe in un comunicato emesso dalla Sala Rossa, il nome con il quale per tradizione si indica la sala del Consiglio e quindi il Comune di Torino. Il via libera politico è ciò che l’Interporto attendeva da tempo per poter dare il via al proprio programma di potenziamento, dettagliato nel Piano industriale 2023-2026.
Uno strumento così ambizioso, che disegna le linee guida della struttura intermodale per i prossimi anni, dovrebbe essere ampiamente pubblicizzato anche per favorire un confronto preventivo con tutti i soggetti interessati, dagli enti locali e territoriali agli operatori. E invece, a quanto pare, sembra un documento che non è opportuno svelare nei suoi contenuti dettagliati, senza del resto una motivazione all’apparenza logica.
Contattato da TrasportoEuropa, l’ufficio stampa della società Sito ha preferito non divulgare ulteriori informazioni definendo il Piano industriale aziendale come un documento “sensibile”. C’è da chiedersi con quali premesse si possa favorire un confronto e un dibattito tra tutti i soggetti interessati se il piano resta a conoscenza di pochi. Oltretutto Sito vede nella propria compagine societaria con una posizione rilevante la Finpiemonte Partecipazioni, finanziaria della Regione Piemonte, quindi una partecipazione pubblica che per sua natura dovrebbe essere assolutamente trasparente.
In realtà la riservatezza su questo documento è in parte solo apparente perché alcune indicazioni si possono trovare nel Bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2022 della società. Qui si apprende che il Piano industriale è stato approvato dall’assemblea dei soci il 15 maggio 2023, dopo una lunga elaborazione che ha richiesto novanta giorni di tempo in più perché ci si è trovati in mezzo da una parte all’aumento dei costi delle materie prime e dall’altra nel mezzo di una situazione internazionale sempre più incandescente.
La società confida nel Piano per migliorare i risultati economici e gestionali e porre le basi per uno sviluppo anche in vista del completamento del tunnel di base del Moncenisio con la nuova Torino-Lione. Anche se poi nel bilancio si legge che alla data della redazione del documento, Finpiemonte Partecipazioni e la Regione Piemonte “non hanno stabilito le coperture finanziarie necessarie per sostenere gli investimenti proposti”. Tra scarse risorse e riservatezza, il Piano non sembra partire nel migliore dei modi.
Piermario Curti Sacchi