Dopo il grave danno dei mancati pagamenti da parte dell’industria siderurgica ex Ilva e che ora si chiama Acciaierie d’Italia, gli autotrasportatori rischiano ora un altro colpo da parte dello Stato, che ha inviato, tramite l’Agenzia delle Entrate, provvedimenti di fermo amministrativo dei veicoli perché non hanno potuto pagare l’Iva e le imposte dopo il 2015, proprio a causa dei crediti mai riscossi dalla società siderurgica. Dall’inizio di marzo stanno infatti arrivando agli autotrasportatori i saldi delle cartelle esattoriali.
Ricordiamo che nel 2015 l’Ilva vanne commissariata dal Governo e smise quindi di pagare molti autotrasportatori. La vicenda sta mobilitando le associazioni dell’autotrasporto che si rivolgono soprattutto al ministro delle Imprese, Adolfo Urso. Il coordinatore regionale di Casartigaini Puglia, Stefano Castronuovo, afferma che “non è possibile che lo Stato dapprima ignori i suoi lavoratori e imprenditori e poi pretenda le riscossioni” e chiede il rinvio del pagamento delle cartelle esattoriali.
A livello nazionale si è mosso il presidente di Unatras, Paolo Uggè, ritiene “incredibile” il comportamento del ministro Urso: “Mentre pensa di gestire e convocare tavoli per la logistica italiana, toppa paurosamente sulla vicenda che vede coinvolti gli autotrasportatori che hanno lavorato per l’ex Ilva”. Ed aggiunge: “forse il Ministro Urso anziché annunciare convocazioni del tavolo della logistica (che peraltro non sembra rientri proprio nelle sue competenze) poteva intervenire ed evitare questa vergognosa umiliazione rispetto a piccoli imprenditori”.
Uggè chiede quindi “un intervento da parte della Presidenza del Consiglio per evitare una decisione di carattere burocratico che non tiene conto della drammatica situazione in cui versano tante piccole aziende".