Il 18 marzo 2024 i novanta dipendenti dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale che lavorano al porto di Civitavecchia hanno iniziato uno sciopero di cinque giorni contro l’annullamento unilaterale del contratto di secondo livello, decisa dal Comitato di gestione dello scalo laziale. Il contratto venne firmato dall’Autorità e dai sindacati confederali a dicembre del 2022. Prima d’indire lo sciopero, quattro sigle sindacali (Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Mare) hanno incontrato il presidente dell’Autorità portuale, Pino Musolini, senza ottenere però alcun risultato concreto.
Al termine del primo giorno di sciopero i sindacati hanno espresso “piena soddisfazione per la partecipazione massiccia” alla protesta, che avrebbe coinvolto il 98% dei lavoratori. La revoca del contratto, spiegano i sindacati, comporta una riduzione sostanziale delle retribuzioni perché modifica voci fisse dello stipendio che sono riconosciute unicamente per i dipendenti provenienti dalle ex Autorità portuali, ossia quelle precedenti alla riforma dei porti che ha portato alle Autorità di Sistema Portuale.