Lo Stato, che controlla gli impianti siderurgici della ex Ilva attraverso la controllata Acciaierie d'Italia, non paga il lavoro fino a svolto dagli autotrasportatori e siccome senza soldi questi ultimi non possono pagare imposte e contributi, lo stesso Stato, tramite l’Agenzia delle Entrate, sottopone i loro veicoli industriali a fermo amministrativo, impedendo così di svolgere il servizio di trasporto per la società statale, ora commissariata. Questa è la paradossale situazione che ha spinto gli autotrasportatori tarantini a riprendere la mobilitazione e riattivare il presidio davanti all’ingresso C dell’acciaieria pugliese.
Il presidio, iniziato il 2 gennaio, venne sospeso durante le trattative per ottenere il pagamento degli arretrati. È ripreso alle 6.30 di lunedì 18 marzo 2024 per durare fino alle 19.00 e si ripete tutti i giorni almeno fino a venerdì 22 marzo. Casartigiani, che promuove la protesta, cerca un accordo per il pagamento dei crediti, vecchi e nuovi. Ad aggravare la situazione degli autotrasportatori c’è il fermo amministrativo, che ha già raggiunto diverse imprese e l’associazione chiede al Governo un Decreto ministeriale per bloccare la riscossione coattiva.