Usare per la distribuzione urbana delle merci una flotta di veicoli composta da furgoni a trazione elettrica e biciclette cargo a pedalata assistita aiuta non solo la sostenibilità ambientale ma anche quella economica. Lo rivela una ricerca svolta da Eit InnoEnergy, che ha messo a confronto una flotta composta solamente da furgoni elettrici e una formata per il 20% da furgoni elettrici e per l’80% da cargobici elettriche. Considerando la consegna di due miliardi di pacchi l’anno, la riduzione dei costi annuali potrebbe raggiungere entro il 2030 i 554 milioni di euro, riducendo nello stesso tempo le emissioni di CO2 fino all’80%.
In dettaglio, la ricerca prevede due scenari. Il primo è formato da una flotta col 60% di cargobici e il 40% di furgoni elettrici che operano in una città densamente popolata. In questo caso il costo di consegna per singolo pacco (calcolato al 2023) sarebbe di 1,36 euro, a fronte di 1,41 euro per una flotta di soli furgoni elettrici, con una riduzione quindi di 0,05 euro a pacco. Entro il 2023, tale differenza potrebbe raggiungere 0,20 euro a pacco. Ciò significa che nella consegna di due miliardi di pacchi l’anno questi importi in centesimi si tradurrebbero in un risparmio annuale di circa 95 milioni di euro al 2023 e di circa 390 milioni di euro entro il 2030.
Il secondo caso è quello già citato, ossia una flotta composta per l’80% da cargobici e 20% da furgoni elettrici operanti in una città di medie dimensioni. Sempre rispetto a una flotta di soli veicoli elettrici la riduzione dei costi al 2023 sarebbe maggiore: 0.08 euro a pacco, portando la riduzione annua a circa 156 milioni di euro per due miliardi di pacchi al 2023. Proiettando la previsione al 2030, la riduzione per singolo pacco salirebbe a 0,28 euro a pacco, con un risparmio totale di 554 milioni di euro.
I ricercatori sottolineano che queste riduzioni di costi, in tutti gli scenari, potrebbero avvenire nonostante i costi aggiuntivi sostenuti dalle flotte miste, che consistono principalmente in maggiori costi del personale per lo smistamento dei pacchi presso i centri di micro evasione ordini e per i corrieri. Per quanto riguarda le emissioni, la ricerca rileva che “l’introduzione delle bici da carico elettriche potrebbe ridurre le emissioni derivanti dalla logistica dell’ultimo miglio fino all’80% nelle cento città più grandi d’Europa, riducendo al contempo la congestione del traffico e la concorrenza per lo spazio sostituendo fino a 120mila furgoni. Rispetto alle flotte composte al 100% da furgoni elettrici, lo studio mostra che le flotte miste riducono la pressione sulle reti locali, risparmiando l’equivalente del fabbisogno energetico annuale di un massimo di 850 famiglie per città”.
Questa ricerca è stata svolta in un contesto che mostra un aumento del volume complessivo dei pacchi in Europa tra l’8% e il 14% l’anno, a causa soprattutto dello sviluppo del commercio elettronico. Inoltre, stanno aumentando le città europee che proibiscono l’ingresso nei centri storici a veicoli con motore termico. “I fornitori di logistica oggi si trovano ad affrontare molte sfide simultanee: aumento dei volumi di pacchi, normative comunali più severe e la necessità di risparmiare sui costi in un’attività a basso margine”, spiega Jennifer Dungs, responsabile globale della mobilità presso Eit InnoEnergy. “Questo studio dimostra che le bici da carico elettriche non sono solo un modo sostenibile per affrontare queste sfide, ma sono anche competitive in termini di costi e fattibili per i principali attori della logistica già oggi, e ancora di più entro il 2030”.
Dungs aggiunge che “per sfruttare il potenziale delle flotte miste, le città e i fornitori di servizi logistici hanno tutto l’interesse a lavorare insieme. C’è un grande potenziale per lo sviluppo di partenariati pubblico-privato con lo scopo di migliorare la pianificazione delle infrastrutture, garantendo che siano realizzati tutti i vantaggi in termini di sostenibilità, spazio e risparmio sui costi. Questo studio è progettato per guidare i decisori in Europa attraverso le sfide legate alla gestione dei crescenti volumi di pacchi, al mantenimento dell’efficienza dei costi e al rendere la consegna dell’ultimo miglio più flessibile e sostenibile”.