La crisi che sta investendo il mercato italiano dei rimorchi e semirimorchi non mostra segni di arresto, con un crollo delle immatricolazioni del 26,2% nel mese di febbraio 2024 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. I dati, forniti dal ministero dei Trasporti e analizzati dal Centro Studi e Statistiche dell'Unrae, rivelano una contrazione significativa del mercato, con solo 990 unità immatricolate contro le 1.342 di febbraio 2023. Questa tendenza negativa, già avviata nel 2023, continua a manifestarsi con una perdita consolidata di 470 mezzi nel primo bimestre del 2024, risultando in un decremento complessivo del 17,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Michele Mastagni, coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di Unrae, esprime preoccupazione per il futuro del settore: "I dati delle immatricolazioni, che riflettono gli ordini acquisiti nell'ultimo trimestre del 2023, confermano una situazione critica per il nostro comparto. Anticipiamo che la domanda di nuovi veicoli trainati rimarrà depressa per almeno i primi sei mesi del 2024."
A fronte di questa situazione, Unrae chiede di un piano straordinario di sostegno per il rinnovamento del parco veicoli, al fine di sostituire i modelli più vecchi con rimorchi e semirimorchi di ultima generazione. L’associazione considera questa misura essenziale per migliorare gli standard di sicurezza stradale, dato che le moderne motrici, dotate di tecnologie avanzate, possono non essere pienamente compatibili con semirimorchi obsoleti, creando potenziali pericoli.
Mastagni accoglie con favore anche l'approvazione da parte del Parlamento Europeo della revisione della Direttiva su pesi e dimensioni dei veicoli pesanti, che punta a promuovere soluzioni di trasporto più ecologiche e sostenibili. Unrae propone di estendere in Italia la possibilità di circolare con complessi veicolari fino a 18,75 metri, una misura che offrirebbe vantaggi in termini di efficienza dei viaggi, riduzione dei costi per le imprese, risparmio di carburante e minori emissioni di CO2.