Il giorno successivo alla distruzione del ponte Francis Scott Key Bridge di Baltimora causata dall’impatto contro il suo pilone da parte della portacontainer Dali sono in piena attività le indagini per determinare le cause e le responsabilità dell’incidente. Un elemento importante è il video che mostra frontalmente, seppur da lontano, gli ultimi minuti precedenti l’impatto e che indicherebbe che la portacontainer abbia subito almeno due interruzioni della corrente elettrica. Un evento che avrebbe reso ingovernabile la nave e che venne segnalato dall’equipaggio al Dipartimento dei Trasporti del Maryland prima dell’impatto.
Questo allarme ha permesso d'interrompere la circolazione dei veicoli sul ponte, limitando così il numero delle vittime. Non c’è però stato il tempo di avvertire ed evacuare la squadra di operai che stava svolgendo lavori di asfaltatura della strada e infatti proprio tra loro appare il maggior numero delle vittime (alcune delle quali risultano ufficialmente disperse). Ancora oggi non c’è un bilancio definitivo dell’incidente.
Quindi un filone d’indagine riguarda avarie alla nave (mentre pare accantonata l’ipotesi di un sabotaggio o attentato). Gli investigatori non escludono l’ipotesi di un errore nella navigazione, ma bisogna considerare che a bordo operavano ben due piloti del porto di Baltimora, che conoscono molto bene quelle acque.
Mentre sono ancora in corso le indagini, già si discute su chi dovrà pagare i colossali danni causati dall’incidente: oltre alla distruzione del ponte, c’è il danno alla nave e ai container che trasportava e i risarcimenti per le vittime. Inoltre ci potrebbe essere anche una causa sui problemi alla circolazione dei veicoli causati dall’interruzione dell’Interstate I-695 . Ci sono poi i danni al porto di Baltimora, che è bloccato a tempo indeterminato con alcune navi ormeggiate che non possono partire e quelle che dovevano scalare che sono state deviate in altri porti della costa atlantica degli Stati Uniti. Per il solo ponte, si parla di un valore di 1,2 miliardi di dollari, ma bisogna considerare che genera un’entrata annuale di circa 53 milioni di dollari, secondo un articolo del Wall Street Journal.
Gli analisti ritengono che l’incidente causerà una ondata di cause risarcitorie che colpirà in prima battuta la società che assicura la nave (su cui potrebbero cadere tutte le richieste dei danni diretti e indiretti) e poi le compagnie riassicuratrici, con in primo piano quelle del settore marittimo. Secondo S&P Global, la portacontainer Dali (di proprietà di Great Ocean Investment e gestita da Synergy Marine, che la noleggia a Maersk) dovrebbe essere assicurata da Britannia Steam Ship Insurance Association, che fa parte del Britannia P&I Club, che a sua volta è membro dell’International Group of P&I Clubs. Quest’ultimo è un’associazione di dodici Club P&I di mutua assicurazione, il cui scopo è assicurare e mettere in comune le responsabilità nel trasporto marittimo.
S&P Global cita Loretta Wolters, portavoce dell’Insurance Information Institute, secondo cui il maggiore impatto dell’incidente sarà subito dall’International Group of P&I Associations, guidato da Axa, che a sua volta ha una copertura assicurativa. Business Insider afferma che il sito web del P&I Club scrive che risarcisce direttamente solo i primi dieci milioni di dollari, mentre il resto dovrà essere condiviso dai membri del Club e dai riassicuratori.
L’agenzia di rating A.M. Best citata da Business Insurance precisa che i problemi assicurativi relativi al crollo di Baltimora interessano diverse linee assicurative, tra cui quelle relative alla proprietà, al carico, alle responsabilità (liability), al credito commerciale e all’interruzione di attività. Quindi, secondo la società la richiesta di risarcimento potrà coinvolgere diverse compagnie di assicurazione e riassicurazione e la somma superare i limiti delle copertura prevista dai proprietari e operatori della portacontainer.
Ma per districare la questione potrebbero volerci anni. Basti pensare che è ancora aperto il fascicolo della portacontainer Ever Given, che s’incagliò nel Canale di Suez nel marzo del 2021, bloccandolo per sei giorni. In questo caso, si parla di risarcimenti introno ai due miliardi di dollari, ma ci vorranno anni per chiudere la vicenda. Per quanto riguarda Baltimora, resta completamente aperta la questione sulle conseguenze che l’incidente avrà sui futuri costi e sulle condizioni delle assicurazioni e riassicurazioni marittime, che stanno già subendo le tensioni causate dai conflitti in corso, soprattutto quelli in Ucraina e nel Mar Rosso. Con le conseguenti ripercussioni sui noli di trasporto.