Dopo anni di attesa con cantieri aperti e mai terminati o progetti che scontano ritardi rispetto alle previsioni, per l’area logistica e intermodale di Piacenza insieme a Castel San Giovanni è arrivata la svolta. Il primo a tagliare il traguardo è il raccordo ferroviario tra la linea Alessandria-Piacenza e il polo logistico di Castel San Giovanni, uno dei più significativi in Italia per dimensione e ruolo.
Qui ha sede tra gli altri uno dei maggiori centri di distribuzione di Amazon, società che il 5 aprile 2024 ha sottoscritto un accordo con il gruppo Fs per favorire le spedizioni via ferrovia in Italia e verso l’Europa. Il raccordo con la stazione della località piacentina, costato circa un milione di euro, è stato completato dopo che era già stato realizzato in passato un sottopasso con la provinciale 412, rimasto di fatto inutilizzato.
A pochi chilometri di distanza è partito anche il conto alla rovescia per la conclusione dei lavori di potenziamento e ampliamento che interessano il terminal intermodale di Piacenza. Il progetto, realizzato dal gruppo Hupac, ha scontato alcuni ritardi a causa dell’aumento dei costi di costruzione, ma ora sembra marciare sul binario giusto a tal punto che la conclusione delle opere è prevista per la fine del 2024 in modo da garantire la piena operatività della struttura all’inizio del 2025.
Alla base del progetto di adeguamento del terminal intermodale di Piacenza del valore di una sessantina di milioni c’è l’accordo sottoscritto nel maggio 2016 tra Hupac e il gruppo Fs con l’obiettivo di potenziare la rete degli scali intermodali nel nord Italia e precisamente Milano Smistamento, Brescia e Piacenza. La struttura piacentina viene gestita dalla società Centro Intermodale, controllata da Hupac e partecipata da Fs Logistica.
Attualmente lo scalo ubicato in località Le Mose ha un’operatività relativamente contenuta in quanto può contare su quattro binari (tre operativi, uno per le manovre) lunghi tra i 500 e i 600 metri, con una capacità massima di otto coppie di treni al giorno movimentati da otto gru mobili. Il progetto prevede l’ampliamento del terminal che complessivamente, comprese tutte le aree di stoccaggio, passerà da circa 100mila a 180mila metri quadri.
Saranno quindi posati cinque nuovi binari di carico/scarico di lunghezza standard europea, ma soprattutto lo scalo avrà tre gru a portale di ultima generazione. Notevole l’incremento di capacità che sarà quasi triplicata passando da 100mila a 280mila container l’anno.
Questi investimenti favoriranno soprattutto la modalità ferroviaria, attualmente ridotta rispetto ai volumi di merci che interessano il terminal ma che ora viaggiano su gomma. Oltre ai collegamenti interni e in particolare quelli con il centro-sud Italia, il terminal garantisce la formazione di treni verso Germania, Belgio, Austria, Polonia e Romania.
A lavori conclusi il terminal di Piacenza potrà assumere un ruolo di primo piano tra le strutture intermodali dell’Italia settentrionale, a patto che Rfi investa su tutto il nodo ferroviario piacentino che, a dispetto della sua posizione logistica, presenta infrastrutture non più rispondenti alle esigenze attuali dove occorre garantire la movimentazione di treni merci di lunghezza standard europea, di massa fino a 2500 tonnellate e non vincolati da manovre che li penalizzano sui tempi e sulla produttività.
Piermario Curti Sacchi