Lunedì 8 aprile 2024 sono iniziate le udienze del ricorso presentato dalla Commisione Europea contro gli ostacoli posti dall’Austria al transito dei veicoli industriali lungo l’asse del Brennero. La decisione di Bruxelles è prevista per la metà di maggio, intanto però Vienna ha emanato altri divieti di circolazione per i veicoli con massa complessiva superiore a 7,5 tonnellate (con l’esenzione per alcune tipologie di merci).
I veicoli diretti in Italia o che devono attraversare l’Italia per raggiungere la loro destinazione finale lungo le autostrade A12 e A13 non potranno viaggiare dalle 11.00 alle 2.00 del 25 aprile 2024 e tutti i sabati dal 6 luglio al 31 agosto dalle 7.00 alle 15.00. In direzione inversa (diretti in Germania) sulle stesse autostrade varranno gli stessi divieti del sabato più uno il 3 ottobre da mezzanotte alle 22.00. I divieti del sabato entreranno in vigore anche sull’autostrada A4 da Schwechat al confine con l’Ungheria e su alcune strade del Tirolo e del Salisburgo.
L’atmosfera si sta scaldando al Brennero anche sul versante italiano, dove l’8 aprile l’associazione degli agricoltori Coldiretti ha attuato un presidio composto da diecimila persone, cui ha collaborato la Polizia. Gli agenti hanno svolto controlli al carico dei veicoli industriali in ingresso in Italia con l’obiettivo di scoprire prodotti agricoli spacciati per italiani ma prodotti all’estero.
In una nota, Coldiretti scrive che la Polizia ha trovato, tra l’altro, cosce di maiale danesi dirette a Modena, uva indiana spedita a Novara, frutta sudafricana proveniente dalla Moldavia con direzione Sicilia, preparati industriali a base di uova fatti in Polonia e attesi a Verona e un carico di grano senza tracciabilità. L’associazione non precisa però se e quante di queste spedizioni fossero irregolari.
“Ci dicevano che oggi al Brennero non avremmo trovato camion in ingresso che trasportavano prodotti agroalimentari come li avevamo trovati negli anni passati” ha dichiarato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini. “Purtroppo i fatti hanno dimostrato esattamente il contrario. Troppi prodotti stranieri diventano italiani varcando i nostri confini. Questo non è più accettabile e vale per tutti i prodotti. Vogliamo una giusta trasparenza rispetto a quelle che sono le informazioni che devono essere date ai cittadini: per questo serve l’obbligo di origine a livello europeo. Poi siano i cittadini a scegliere con consapevolezza cosa acquistare”.