Da una costola dell’Anas dovrebbe nascere una nuova società autostradale, che sarà pubblica, come ribadisce il suo nome: Autostrade dello Stato. Lo ha stabilito il Consiglio dei ministri del 9 aprile 2024, approvando un Decreto proposto dal ministero dei Trasporti. In una nota del Consiglio, si legge che la società “sarà deputata all’esercizio dell’attività di gestione delle autostrade statali in regime di concessione mediante affidamenti in house. Alla stessa saranno trasferite le funzioni e le attività a oggi attribuite ad Anas Spa con riferimento alle autostrade statali a pedaggio, nel quadro del percorso di ridefinizione del quadro della connettività su gomma, finalizzato, tra l’altro, a dare impulso a investimenti produttivi significativi. Anas Spa si concentrerà sulla missione di gestione di strade non a pedaggio, anche tramite l’adozione di sistemi di contabilità separata per le attività oggetto di diritti speciali o esclusivi”.
Oggi, l’Anas gestisce alcune arterie definite come autostrade ma prive di pedaggio, come la Roma-Fiumicino, il Grande Raccordo Anulare di Roma, l’A2 Salerno-Reggio Calabria e partecipa, con quote diverse, in società autostradali che prevedono il pedaggio. Sono la Concessioni Autostradali Lombarde e la Concessione Autostradali Venete (in cui Anas è al 50%), la Asti-Cuneo (al 35%), la Sitmb che gestisce il Traforo del Monte Bianco al 31% e la Sitaf, che gestisce il traforo del Freus, al 31,7%. Tutte queste arterie dovrebbero quindi rientrare nelle competenze di Autostrade dello Stato.
Non sembra però escluso che la nuova società possa creare nuove autostrade, entrare nel capitale di società autostradali private oppure di partecipare a bandi per la concessione di arterie autostradali. Tra queste ultime ci sono l’A4 nel tratto tra Brescia e Padova e l’A22 del Brennero, entrambe con concessioni vicine alla scadenza. In questi casi non potrebbe partecipare direttamente l’Anas, perché è l’ente concedente. L’amministratore delegato di Autostrade dello Stato sarà Vito Cozzoli.