Dopo avere annunciato il 2 maggio 2024 l’operazione Patenti Facili - che ha messo sotto indagine 53 persone di cui 23 italiane e 30 straniere, con misure cautelari per quattro di loro - la Polizia sta proseguendo l’indagine per scoprire le circa duemila persone che hanno conseguito la patente C o la Cqc in modo fraudolento. Secondo gli inquirenti, il principale indagato – titolare di quattro autoscuole nelle provincie di Brescia e Cremona - avrebbe attuato da ben una quindicina di anni un sistema per “facilitare” il conseguimento delle patenti, ricavandone un paio di milioni di euro.
Uno degli indagati ha dichiarato che per ottenere la patente C avrebbe pagato in contanti 4.500 euro. Venne fermato prima dell’annuncio dell’operazione, colto in flagrante mentre stava sostenendo l’esame con un “suggerimento” esterno attuato tramite un auricolare collegato a uno smartphone. Iniziò quindi a collaborare con gli inquirenti, avviando l’inchiesta.
I primi arresti avvennero a settembre del 2023, ma l’organizzazione non sospese l’attività. Poi a marzo del 2024 la Polizia Provinciale fece un’ispezione in una delle autoscuole dove stavano avvenendo i corsi per la Cqc, scoprendo che i partecipanti non stavano svolgendo attività formativa perché non c’erano docenti. In quell’occasione, gli inquirenti scoprirono che i candidati avevano pagato cinquemila euro per conseguire la carta di qualificazione.
Secondo l’accusa, i candidati giungevano nella autoscuole indagate da tutta l’Italia e sarebbero appunto circa duemila quelli che hanno conseguito le patenti e la Cqc col “suggerimento” esterno. Ora la Polizia li sta cercando e rischiano, oltre che una denuncia, anche il ritiro dei documenti. Gli attuali indagati sono accusati, a vario titolo, di falso ideologico in atto pubblico, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, istigazione alla corruzione e violazione della legge che reprime la falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di lauree, diplomi, uffici, titoli e dignità pubbliche.