Dopo quasi una settimana di sciopero con blocco dei cancelli della Brt all’interno dell’Interporto di Parma, gli autisti della Brt hanno evitato l’aumento dell’orario di lavoro settimanale, che era stato prospettato dopo un cambio di appalto. Il nuovo contratto prevedeva un aumento da 39 a 47 ore per i conducenti delle motrici e da 39 a 44 ore per quelli dei furgoni, senza aumento della retribuzione. Il sindacato di base SiCobas ha quindi indetto uno sciopero, iniziato il 30 aprile e proseguito a oltranza sino all’accordo.
Gli autisti che lavorano per Brt sono in agitazione anche a Bologna, in questo caso coordinati dalla Uiltrasporti. Sono i lavoratori della società Libera, che è una dei quelle cui il corriere ha disdetto il contratto di appalto. L’azienda ha dovuto fermare una trentina di furgoni nuovi, mentre 35 autisti rischiano di perdere il lavoro. Il 2 maggio si è svolto uno sciopero con presidio davanti ai cancelli bolognesi della Brt.
Prosegue intanto il confronto tra i vertici di Brt e le associazioni dell’autotrasporto che rappresentano le piccole imprese cui il corriere ha inviato la disdetta del contratto. In primo piano c’è Assotir, che proprio per proseguire la trattativa ha sospeso il fermo indetto per una settimana dal 29 aprile al 3 maggio. Il 2 maggio è iniziato il tavolo tecnico che avrà “un arco temporale limitato”, secondo quanto dichiara l’associazione.