Il trasporto merci ferroviario sta mostrando segni di crisi e quindi necessita di urgenti investimenti per rilanciarsi. La quota di trasporto ferroviario in Italia è solo del 12%, mentre quella su strada raggiunge l’84%. In Europa, la situazione non è molto diversa, con il 17% su ferro e l’80% su gomma. D’altra parte l’obiettivo europeo è ambizioso: entro il 2030, la quota ferroviaria deve raggiungere il 50%, riducendo le emissioni di CO2 a zero entro il 2050.
Il rischio è di non raggiungere quest’obiettivo e un evento per parlarne è l’incontro organizzato a Venezia per il 30 maggio 2024 dall’Unione internazionale dei detentori di carri merci (Uip), in collaborazione con Assofer. L’associazione ritiene e necessari notevoli investimenti per modernizzare il sistema ferroviario, che dal suo punto di vista devono riguardare il parco rotabile.
In tale contesto è indispensabile l’innovazione tecnologica e la Uip propone di puntare sul Dac, ossia l’accoppiamento automatico digitale, che migliora l’efficienza del trasporto ferroviario attraverso l’automazione e l’immagazzinamento energetico. Secondo l’unione, il Dac permette al treno di diventare un unico vettore energetico.
In concreto, questo nuovo concetto di treno preleva energia dalla catenaria e poi, grazie all'accoppiamento automatico digitale, la cede all'intero convoglio. Una rivoluzione se pensiamo, ad esempio, ai vagoni refrigerati che trasportano merci deperibili e che oggi fanno affidamento solamente su batterie dalla durata limitata.
Gli altri vantaggi del Dac sono la riduzione dei costi e dei tempi delle procedure, l’aumento dei volumi (si stima un trenta percento in più grazie alla possibilità di realizzare treni più lunghi e pesanti), una maggiore riduzione del rischio di deragliamento, una raccolta e trasmissione di dati utili e quindi un aumento della sicurezza sull’intero convoglio.
Tuttavia, gli investimenti necessari sono ingenti. Il Recovery and Resilience Facility non copre i costi dei carri, che restano a carico delle aziende private. Attualmente, il novanta percento delle risorse investite in questo settore proviene da attività private. David Zindo, presidente Uip precisa la posizione dell’associaizone: “Chiediamo all’Europa di inserire gli investimenti per il Dac nei fondi per il trasporto ferroviario, stimati in circa 13 miliardi, per modernizzare tutti i vagoni merci entro il 2030. Questo è un ‘treno’ che non possiamo perdere”.