L’aggettivo che meglio condensa il risultato di una ricerca condotta dall’Università di Vienna è “irrealistico”. L’Istituto di Economia e Logistica dei Trasporti dell’ateneo viennese ha analizzato l’obiettivo indicato dal Governo austriaco di spostare il 40% di tutte le merci su ferrovia entro il 2040. Lo studio condotto dai ricercatori legati alla facoltà di Economia e Commercio valuta questa ipotesi come semplicemente irrealizzabile. Per raggiungere la quota modale indicata dal Governo di Vienna, da qui al 2040 la quantità di merci trasportate per ferrovia dovrebbe raddoppiare.
Secondo i ricercatori dell’Istituto austriaco invece si prevede una crescita contenuta, ipotizzata nel 2,2%, nonostante l’incremento del traffico merci complessivo in Austria potrebbe raggiungere il 38%. Del resto, le premesse non sono incoraggianti: nel quinquennio 2019-2023 la quota del trasporto stradale ha sfiorato il 72%, mentre la ferrovia si è ritagliata uno spazio al di sotto del 27%, in calo rispetto agli anni precedenti. Restano abbastanza infruttuosi quindi gli sforzi per invertire la tendenza nonostante gli investimenti già portati a termine o in corso sull’infrastruttura ferroviaria.
La ricerca condotta dall’Università di Vienna segnala come non sia sufficiente sfruttare la naturale vocazione di crocevia dell’Austria dovuta alla sua posizione geografica nel transito internazionale delle merci. Restano molti limiti che frenano le potenzialità della ferrovia, alcuni dei quali appaiono di difficile soluzione in quanto legati all’evoluzione del mercato, altri invece sui quali è possibile intervenire. Tra i primi c’è sicuramente una tendenza che vede diminuire il traffico di merci alla rinfusa, idealmente trasportate su ferro, con la prevalenza dei trasporti di colli, tipici della veloce gestione logistica delle merci.
Gli altri limiti invece sono legati a carenze riconducibili al sistema ferroviario. I ricercatori hanno individuato tre grandi aree sulle quali è possibile intervenire per superare vincoli e lacune attuali. Al primo posto ci sono quelli che possono essere definiti svantaggi tecnologici o mancanza di standard comuni, come è il caso dei diversi sistemi di alimentazione elettrica o di segnalamento che non si possono definire superati solo perché è possibile ricorrere alle locomotive multisistema e interoperabili.
Da registrare anche i lunghi tempi necessari per introdurre innovazioni tecniche come l’adozione generalizzata dell’accoppiatore automatico digitale (Dac) che secondo molti operatori può rappresentare veramente la svolta per ridurre i costi e garantire la competitività della ferrovia anche in futuro. Per esempio, su questo tema specifico, nel suo intervento al “Rising to the Dac Challenge” in occasione del Keepers’ Summit Venice 2024, Gianluca Tomei di Knorr Bremse ha paragonato la ferrovia merci attuale alla serie D e solo grazie alla tecnologia si può sperare di arrivare nella prima categoria (che significa la salvezza e non la retrocessione).
Un altro limite evidenziato dai ricercatori è quello della scarsa capacità e della presenza di colli di bottiglia sulla rete austriaca, tra cui la mancanza di itinerari dedicati alle merci con l’annoso nodo della priorità assegnata sempre ai treni passeggeri. Così come manca una vera rete ferroviaria a dimensione europea che favorisca il traffico transfrontaliero superando ostacoli amministrativi e procedurali.
Piermario Curti Sacchi