L’11 giugno 2024 le associazioni dell’autotrasporto che hanno istituito la “congestion fee” – ossia il sovrapprezzo sull’autotrasporto di container causato dalla congestione nel porto di Genova – hanno confermato la sua applicazione. Tale dichiarazione è giunta dopo l’incontro avvenuto il giorno precedente, promosso dall’Autorità portuale per trovare una soluzione condivisa. Le sigle dell’autotrasporto (Trasportounito, Aliai, Anita, Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Fai, Fiap, Lega Cooperative) rappresentano imprese che contano complessivamente circa tremila veicoli industriali.
Al termine della riunione le associazioni dei vettori hanno dichiarato in una nota comune che “confermano piena collaborazione ai lavori del tavolo convocato dalla Autorità di Sistema Portuale che è necessario tuttavia sia neutrale rispetto alla congestion fee e assuma il decisivo ruolo di 'regolatore' nei confronti di tutti i soggetti portuali, mediante decisioni condivise ma anche disposizioni cogenti in un accordo di programma ai sensi di Legge e con ordinanze che dispongano responsabilità e sanzioni in merito ai tempi autorizzativi del trasporto e di attesa al carico e allo scarico”.
Le sigle non ritengono però credibile “chi afferma che dal confronto in Asp con gli operatori scaturiranno, nel breve periodo, azioni risolutive di tutte le criticità ed inefficienze operative che da mesi l’autotrasporto si accolla e che già ora, a metà anno, pesano in modo irrecuperabile sui bilanci annuali delle imprese del settore”. Quindi ritengono “inaccettabile” la richiesta di Spediporto e Fedespedi di sospendere per un mese l’applicazione del sovrapprezzo e giudicano “strumentale colpevolizzare il trasporto per aumenti di costo e potenziale perdita di competitività della piazza di Genova”.
Riguardo a quest’ultima considerazione, la nota precisa che “120/180 euro calcolati sui 26mila chilogrammi di merce di un contenitore sono irrisori rispetto all’enorme crescita dei noli marittimi ai quali assistiamo da mesi e sui quali la filiera committente realizza i propri business senza curarsi minimamente del consumatore finale (valori medi sulle rotte tra Cina ed Europa hanno superato i 6.500 dollari per teu, quasi mille euro in più della settimana precedente)”.
In conclusione “per l’autotrasporto rimane quindi ferma l’inderogabile richiesta della congestion fee su ogni viaggio per i bacini Portuali di Genova Prà e Sampierdarena, alle compagnie marittime, spedizionieri e a tutti i soggetti committenti corresponsabili sui quali la filiera poi si rivalga, per garantire continuità alla consegna della merce dei clienti dello scalo genovese”. Si distingue da questa posizione Msc, che in Italia svolge anche autotrasporto di container tramite la controllata Medlog.
La compagnia svizzera ha scritto ai clienti che “Msc, pur confidando che la discussione tra le parti porti a soluzioni concrete in un ristretto intervallo di tempo, consapevole delle problematiche subite da autotrasporto, prenderà contatto con i propri fornitori per presentare la propria proposta a giungere ad un accordo che permetta di garantire alla sua clientela la continuità del servizio con soddisfazione per tutte le parti convolte. Seguiranno ulteriori comunicazioni sulla data di inizio applicazione della congestion fee”.