Inizia la guerra giudiziaria contro la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina e il primo attacco viene da ben centoquattro persone, che il 13 giugno 2024 hanno depositato alla Sezione Imprese del Tribunale di Roma un ricorso collettivo contro la società Stretto di Messina Spa. I ricorrenti sono rappresentati dagli avvocati Aurora Notarianni, Giuseppe Vitarelli, Antonino De Luca (del Foro di Messina) e Maria Grazia Fedele (del Foro di Reggio Calabria).
Il ricorso chiede ai magistrati di accertare un’eventuale responsabilità della società e un eventuale danno ingiusto che potrebbe esser provocato per la presunta violazione del dovere di diligenza, correttezza e buona fede in seguito alla decisione di proseguire le attività per costruire il ponte tra Calabria e Sicilia, “nonostante l'opera non abbia alcun reale interesse strategico e non è fattibile sotto i profili ambientali, strutturali ed economici”.
I ricorrenti ritengono che la società Stretto di Messina stia violando norme nazionali e comunitarie e quindi stia operando in modo illegittimo. Il collegio degli avvocati vuole ottenere dal Tribunale “la cessazione immediata da parte della società Stretto di Messina, di ogni atto o comportamento pregiudizievole dei diritti e degli interessi collettivi e diffusi e giuridicamente protetti, di ogni attività tendente all'approvazione del progetto definitivo ed esecutivo, di ogni comportamento relativo al riavvio dell'attività di progettazione dell'opera”.
Nel caso che i magistrati ritengano legittimo il ricorso, potrebbero intimare alla Stretto di Messina di cessare ogni attività negoziale e di stipulare atti aggiuntivi onerosi. Ora i ricorrenti attendono la data dell’udienza.