Dopo settimane di colloqui con gli altri paese dell'Unione e in attesa dell'entrata in vigore del quattordicesimo pacchetto di sanzioni alla Russia, la Danimarca ha deciso di limitare la sempre crescente flotta ombra della Russia. L'annuncio ufficiale è stato rilasciato lunedì 24 giugno 2024 dal ministero degli Affari Esteri danese e lo scopo è quello di impedire alla Russia di esportare petrolio in Europa attraverso navi battenti bandiera di altri Paesi per eludere le sanzioni.
Come ha sottolineato il responsabile del ministero, Lars Lokke Rasmussen, la Danimarca ha riunito e messo in atto la volontà di diversi Paesi, in particolare quelli affacciati sul Mar Baltico: "È importante che tutte le nuove proposte possano essere messe in pratica rapidamente e che siano giuridicamente sostenibili", ha dichiarato Rasmussen in una nota, sottolineando come dal 17 giugno stesse conducendo colloqui con altri paesi dell'Unione sul blocco delle petroliere battenti false flag, ovvero registrate in paesi esotici (o comunque partner commerciali della Russia) al fine di eludere le sanzioni.
Il blocco riguarderebbe tutte le navi con coperture assicurative scadute, inadatte o assenti, caratteristica ritenuta comune a tutte la navi ombra russe. Questa mossa è stata accolta con una dura reazione da parte del Cremlino, che ha accusato la Danimarca di violare il diritto internazionale, e ha suscitato un'ampia gamma di reazioni a livello politico e sull'opinione pubblica.
A questo proposito, il quotidiano danese Information ha sollevato paure su una possibile ritorsione russa, ritenendo plausibile il rilascio volontario di tonnellate di greggio in mare per causare deliberatamente un disastro ecologico. "Un attacco ibrido con l'uso di petroliere potrebbe avvenire se Putin ritenesse di poterne trarre vantaggio" si legge nell'articolo.
I Paesi dell’Unione Europea sostengono per lo più le azioni della Danimarca, vedendole come un elemento di una strategia comune di sanzioni contro la Russia. Nelle ultime ore è stato inoltre confermato dalla Commissione Europea il quattordicesimo pacchetto di sanzioni al Cremlino, che include un elenco delle prime 27 petroliere fantasma sottoposte al divieto di navigazione e attracco. Tuttavia, nonostante la coesione europea, alcuni Stati avrebbero manifestato timori su una possibile escalation del conflitto in Ucraina e sulle possibili conseguenze economiche del blocco.
Per la Russia, la perdita della capacità di trasportare petrolio attraverso lo stretto danese comporterà la necessità di cercare rotte di esportazione alternative, sicuramente più lunghe e più costose. Putin potrebbe anche aumentare la capacità degli oleodotti che portano ai porti del Mar Nero o del Mar Artico ma anche investire sullo sviluppo di nuovi collegamenti ferroviari o stradali con i porti asiatici. Entrambe le possibilità porterebbero a costi elevati o interventi sulle infrastrutture, che richiederebbero mesi se non anni per essere realizzati, a maggior ragione durante un periodo di guerra.
Marco Martinelli