La nave cargo Serafina, battente bandiera di Palau (uno stato insulare nell’Oceano Pacifico) è stata bloccata dalle Autorità israeliane dopo un’ispezione della della Federazione Internazionale dei Lavoratori dei Trasporti e si trova ora ormeggiata al porto di Haifa. Secondo i media locali, la nave sarebbe di proprietà della compagnia Dalyan Shipping e gestita dalla Mert Marine Corp, entrambe con sede in Turchia, mentre la bandiera di Palau, comunemente definita flag of convenience (bandiera di comodo), servirebbe solo come escamotage per eludere i più basilari obblighi sanitari e di sicurezza.
Nessun contratto di lavoro, congelatori per la conservazione degli alimenti tutti a temperature superiori a 0 °C, puzza di carne marcia, un'infestazione di pulci, servizi igienici non funzionanti, docce allagate e sevizi igienici rotti e putridi sono alcune delle condizioni disumane che i marittimi - provenienti da Turchia, Egitto e Azerbaijan - hanno dovuto affrontare a bordo della nave, in servizio da 31 anni ed ora sottoposta a fermo.
Durante l’ispezione, sono state riscontrate 29 anomalie, di cui 18 classificate come violazioni gravi che di per sé avrebbero potuto comportare il fermo. "È una vergogna assoluta che i marittimi siano costretti a lavorare in queste condizioni disumane", ha affermato Assaf Hader, l'ispettore dell'Itf che ha esaminato l’imbarcazione di 113 metri di lunghezza. "In quattro anni di ispezioni di navi per l'Itf in Israele, non ho mai visto niente di così grave". Hadar ha anche garantito che bagni e docce sono stati messi a disposizione dell'equipaggio sul molo di Haifa e che le autorità stanno lavorando per garantire che i marittimi vengano rimpatriati nei loro paesi d'origine.
Il materiale prodotto durante l’ispezione è stato fornito alla stampa e il portale turco Sozcu ha specificato che, al momento del fermo, le scorte alimentari erano terminate e tutti i frigoriferi erano fuori uso. Sozcu ha anche chiarito che la Serafina era partita dallo Sri Lanka e, una volta superato il confine israeliano, aveva iniziato a imbarcare acqua ed era stata costretta a chiedere aiuto alle autorità locali.
Il controllo sulla Serafina rientra in una campagna attiva da diversi anni e gestita da Itf, che sta controllando la qualità delle imbarcazioni operative nel Mar Mediterraneo. Le navi battenti bandiera di Palau, Sierra Leone, Togo e Isole Cook sono considerate le più problematiche e quindi sono maggiormente sottoposte all'attenzione delle autorità. "La navigazione di qualità scadente nel Mar Mediterraneo sta facendo crollare i salari e le condizioni di lavoro dei marittimi, mettendo a repentaglio la vita degli equipaggi e la sicurezza dell'ambiente degli ecosistemi", ha affermato Steve Trowsdale, coordinatore dell'Ispettorato dell'Itf.
Egli ha aggiunto che "queste bandiere prendono soldi dagli armatori per registrare navi che altri in paesi non sarebbero accettate. Molte sono vecchie imbarcazioni e sono mal tenute dai loro proprietari, sono pericolose e non dovrebbero navigare. I marittimi hanno diritto a condizioni di lavoro dignitose e l'Itf e i suoi ispettori saranno sempre al loro fianco nel chiedere che i loro diritti siano rispettati".
La campagna, denominata Sea of Convenience, è stata avviata nel 2023 dopo che le quattro bandiere successivamente poste sotto attenzione hanno registrato complessivamente, nell’arco di tre anni, 33 casi di abbandono dell'equipaggio , che hanno interessato più di cento marittimi lasciati senza paga, cibo, acqua o un modo per tornare a casa. I salari non pagati supererebbero i 5.500.000 dollari, mentre sono 203 le segnalazioni inviate dalle agenzie di controllo di diversi stati europei. L’episodio della Serafina accende altri riflettori sulle condizioni di lavoro nell’area trasporti e lancia un campanello di allarme per i marittimi, spesso vittima di caporalato in un settore che storicamente traina l’economia mondiale.
Marco Martinelli