Finora la scadenza del 2026 prevista dal Pnrr per il completamento dei lavori finanziati con questi fondi è sempre stata vista come un invito ad accelerare procedure e cantieri per non rischiare di arrivare fuori tempo massimo, con il risultato di perdere i contributi. Ma ora c’è chi questa scadenza la vede come un’occasione, per non dire un pretesto, per far saltare il tavolo. È questa la scelta portata avanti dal Comune di Vanzago che con una mozione approvata all’unanimità ha chiesto lo stralcio dal Pnrr dei lavori di quadruplicamento della ferrovia Rho-Gallarate.
La decisione assunta dal consiglio comunale e fortemente voluta in prima persona dal sindaco Lorenzo Musante, appare come un estremo tentativo per ostacolare un’opera che il territorio di fatto ha sempre cercato di contrastare, come del resto appare chiaro dando uno sguardo al sito istituzionale comunale che riporta ampiamente tutte le posizioni contrarie.
Per rendere credibile la richiesta di stralcio dal Pnrr viene formulata una motivazione procedurale: visti i tempi ristrettissimi per la realizzazione del quadruplicamento ferroviario, tutti i cantieri devono essere aperti contestualmente ma questo comporta un impatto negativo sul territorio in quanto non è possibile spalmare nel tempo chiusure di strade e deviazioni locali resesi necessarie. Probabilmente si tratta di un problema reale, ma non può passare inosservato il fatto che venga utilizzato come pretesto per chiedere la sospensione dei lavori il ritardo nella progettazione esecutiva prevista prima dell’estate 2024 e ancora in corso.
I lavori del valore di oltre 259 milioni di euro sono stati assegnati a fine ottobre 2023 e prevedono il quadruplicamento della prima tratta della ferrovia tra Rho e Parabiago per un’estensione di circa nove chilometri oltre alla realizzazione di una bretella di raccordo all’altezza di Busto Arsizio per collegarsi alla linea di Ferrovie Nord Milano verso l’aeroporto della Malpensa. La prima tratta interessa quindi anche il territorio comunale di Vanzago.
Ci sono voluti vent’anni per passare dal progetto preliminare all’aggiudicazione della gara per i lavori di potenziamento della ferrovia tra Rho e Gallarate, asse fondamentale per raggiungere i valichi internazionali del Sempione e di Luino. Dopo un iter travagliato costellato da ricorsi che hanno comportato la revisione del progetto si è arrivati alla fase operativa, oltretutto stralciando l’intervento in due fasi, di cui solo la prima, la Rho-Parabiago, come si diceva è andata in gara finanziata anche con i fondi del Pnrr.
In futuro è in programma il completamento degli interventi di potenziamento su tutta la tratta tra Rho e Gallarate, ma la seconda fase, quella tra Parabiago e Gallarate sarà oggetto di un appalto successivo. In questa seconda tratta si prevede solo la posa di un terzo binario e non il quadruplicamento, in quanto impossibile da realizzare per i vincoli urbanistici. E questa scelta, del resto quasi obbligata, rappresenta un po’ un limite per valorizzare tutte le potenzialità della linea.
Solo a lavori ultimati, quindi in uno scenario ipotizzato sicuramente oltre il 2030, l’asse ferroviario fondamentale tra il nodo di Milano e i valichi alpini nord-occidentali potrà assolvere alla sua funzione con la separazione dei flussi tra le varie tipologie di traffico garantendo anche ampio spazio per il trasporto merci che interessa soprattutto l’asse tra il Sempione, e in parte Luino, e la direttrice padana via Bologna con la ferrovia adriatica. A patto che i cantieri vengano aperti sul serio.
Piermario Curti Sacchi