Dal 16 settembre 2024, e per un periodo di sei mesi, la Germania estenderà i controlli alle frontiere da quelli attualmente svolti ai confini con Austria, Svizzera, Repubblica Ceca e Polonia a quelli con Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Belgio e Danimarca. Praticamente avverranno in tutte le frontiere del Paese. Lo ha stabilito il ministero degli Interni, precisando che i controlli saranno sia stazionari che mobili e flessibili a seconda della situazione. Il motivo è limitare l’ingresso di migranti, che se scoperti in una situazione irregolare saranno respinti. È la risposta del Governo a recenti attentati e alla conseguenze reazione dell’opinione pubblica. Il termine dei sei mesi non è definitivo, ma potrebbe essere prorogato.
Questo provvedimento ha già causato reazioni negative da alcuni Paesi confinanti, ma anche all’interno. I Verdi, che fanno parte della coalizione di Governo, si sono espressi contro i respingimenti. Ma emergono timori anche dal mondo imprenditoriale, che teme ritardi e intasamenti ai confini. In particolare hanno espresso dubbi le associazioni del trasporto, che tempo ostacoli soprattutto nell’autotrasporto, con ripercussioni sull’efficienza e sui tempi di consegna.
Oltre che Paese di destinazione, la Germania svolge anche un fondamentale ruolo nel transito internazionale delle merci, sia nella direttrice est-ovest, sia in quella nord-sud. I controlli alle frontiere potranno causare un aumento dei costi del trasporto, causando un aumento delle tariffe. Potrebbero esserci ripercussioni anche nel trasporto marittimo, spingendo gli spedizionieri a usare porti alternativi. E ciò avverrebbe in una fase già critica per il trasporto tedesco, a causa della contrazione dell’economia e dei problemi lungo la rete ferroviaria.